La Lituania si è ritirata da un importante trattato contro le mine antiuomo: è il quinto paese europeo in pochi mesi

Un riservista dell'esercito estone piazza una mina antiuomo durante un'esercitazione (AP Photo/Pavel Golovkin)
Un riservista dell'esercito estone piazza una mina antiuomo durante un'esercitazione (AP Photo/Pavel Golovkin)

Il ministro degli Esteri lituano, Kęstutis Budrys, ha detto che il paese ha comunicato formalmente all’ONU di essersi ritirato dalla Convenzione di Ottawa, che vieta l’uso, la produzione e l’accumulo delle mine antiuomo. È il principale trattato internazionale che limita questo tipo di armi. Anche altri quattro paesi europei hanno annunciato negli scorsi mesi che usciranno dalla Convenzione, e sono in vari gradi del processo di ritiro: Estonia, Lettonia, Polonia e Finlandia.

Il ritiro era stato approvato dal parlamento lituano a maggio: il governo lo ha presentato come una risposta alla minaccia posta dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. La Lituania confina con la regione russa di Kaliningrad (separata dal resto del territorio russo) e nei secoli scorsi è stata a lungo sotto la dominazione della Russia prima e dell’Unione Sovietica poi: per questo molti lituani temono che la Russia in futuro possa avanzare delle pretese territoriali sul loro paese.

Le mine antiuomo sono un’arma particolarmente criticata perché senza complesse e costose operazioni di bonifica rischiano di rimanere per decenni nel terreno e causare morti e feriti fra i civili che passano inconsapevolmente in una zona minata. Fra i paesi che non aderiscono alla Convenzione di Ottawa ci sono sia la Russia sia gli Stati Uniti.

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