I cento migliori film del 21esimo secolo, secondo Hollywood
Il New York Times ha fatto votare oltre 500 tra registi, attori e autori, e il primo classificato non è americano

Di classifiche dei migliori film dell’anno, del decennio o della storia ne vengono fatte moltissime, ma quella dei cento migliori film del 21esimo secolo pubblicata in settimana dal New York Times è particolare: a differenza di molte altre, non ha tenuto conto del parere di critici e addetti ai lavori, ma di quello di registi, attori, sceneggiatori e altri personaggi famosi che girano attorno a Hollywood, da Pedro Almodóvar a Sofia Coppola, da John Turturro a Julianne Moore, da Stephen King a Mikey Madison, premio Oscar come migliore attrice nel 2025 per Anora.
La classifica è stata compilata con The Upshot, la sezione del New York Times che si occupa di dati e statistiche. Le oltre 500 persone interpellate hanno votato i loro dieci film preferiti tra quelli usciti negli Stati Uniti dopo il primo gennaio del 2000, poi hanno espresso ulteriori preferenze tra coppie di film scelti casualmente. La classifica combina tutti questi voti: include molto Alfonso Cuarón, molti fratelli Coen e un solo film italiano, ma anche diversi film d’animazione, qualche chicca e qualche sorpresa. Li abbiamo messi in fila tutti, soffermandoci sui primi venti, che trovate in fondo.
100. Suxbad: Tre menti sopra il pelo, di Greg Mottola (2007)
99. Memorie di un assassino, di Bong Joon-ho (2003)
98. Grizzly Man, di Werner Herzog (2005)
97. Gravity, di Alfonso Cuarón (2013)
96. Black Panther, di Ryan Coogler (2018)
95. La persona peggiore del mondo, di Joachim Trier (2021)
94. Minority Report, di Steven Spielberg (2002)
93. Michael Clayton, di Tony Gilroy (2007)
92. Il gladiatore, di Ridley Scott (2000)
91. Fish Tank, di Andrea Arnold (2009)
90. Frances Ha, di Noah Baumbach (2012)
89. Interstellar, di Christopher Nolan (2014)
88. La vita è un raccolto, di Agnès Varda (2000)
87. Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’anello, di Peter Jackson (2001)
86. Past Lives, di Celine Song (2023)
85. Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy, di Adam McKay (2004)
84. Melancholia, di Lars von Trier (2011)
83. A proposito di Davis, di Joel e Ethan Coen (2013)
82. L’atto di uccidere, di Joshua Oppenheimer, Christine Cynn e anonimo (2012)
81. Il cigno nero, di Darren Aronofsky (2010)
80. Volver, di Pedro Almodóvar (2006)
79. The Tree of Life, di Terrence Malick (2011)
78. Aftersun, di Charlotte Wells (2022)
77. Everything Everywhere All at Once, di Daniel Kwan e Daniel Scheinert (2022)
76. Fratello, dove sei?, di Joel e Ethan Coen (2000)
75. Amour, di Michael Haneke (2012)
74. Un sogno chiamato Florida, di Sean Baker (2017)
73. Ratatouille, di Brad Bird (2007)
72. Carol, di Todd Haynes (2015)
71. Ocean’s Eleven, di Steven Soderbergh (2001)
70. Lasciami entrare, di Tomas Alfredson (2008)
69. Under the Skin, di Jonathan Glazer (2013)
68. The Hurt Locker, di Kathryn Bigelow (2008)
67. Tár, di Todd Field (2022)
66. Il caso Spotlight, di Tom McCarthy (2015)
65. Oppenheimer, di Christopher Nolan (2023)
64. L’amore bugiardo – Gone Girl, di David Fincher (2014)
63. Little Miss Sunshine, di Jonathan Dayton e Valerie Faris (2006)
62. Memento, di Christopher Nolan (2000)
61. Kill Bill – Volume 1, di Quentin Tarantino (2003)
60. Whiplash, di Damien Chazelle (2014)
59. Vi presento Toni Erdmann, di Maren Ade (2016)
58. Diamanti grezzi, di Benny e Josh Safdie (2019)
57. Campioni di razza, di Christopher Guest (2000)
56. Ubriaco d’amore, di Paul Thomas Anderson (2002)
55. Inception, di Christopher Nolan (2010)
54. Il labirinto del fauno, di Guillermo del Toro (2006)
53. Borat: Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, di Larry Charles (2006)
52. La favorita, di Yorgos Lanthimos (2018)
51. 12 anni schiavo, di Steve McQueen (2013)
50. Up, di Pete Docter (2009)
49. Prima del tramonto, di Richard Linklater (2004)
48. Le vite degli altri, di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)
47. Quasi famosi, di Cameron Crowe (2000)
46. Roma, di Alfonso Cuarón (2018)
45. L’arte di vincere, di Bennett Miller (2011)
44. C’era una volta a… Hollywood, di Quentin Tarantino (2019)
43. Oldboy, di Park Chan-wook (2003)
42. The Master, di Paul Thomas Anderson (2012)
41. Il favoloso mondo di Amélie, di Jean-Pierre Jeunet (2001)
40. Yi Yi – E uno… e due!, di Edward Yang (2000)
39. Lady Bird, di Greta Gerwig (2017)
38. Ritratto della giovane in fiamme, di Céline Sciamma (2019)
37. Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino (2017)
36. A Serious Man, di Joel e Ethan Coen (2009)
35. Il profeta, di Jacques Audiard (2009)
34. WALL•E, di Andrew Stanton (2008)
33. Una separazione, di Asghar Farhadi (2011)
32. Le amiche della sposa, di Paul Feig (2011)
31. The Departed – Il bene e il male, di Martin Scorsese (2006)
30. Lost in Translation – L’amore tradotto, di Sofia Coppola (2003)
29. Arrival, di Denis Villeneuve (2016)
28. Il cavaliere oscuro, di Christopher Nolan (2008)
27. Il ladro di orchidee, Spike Jonze (2002)
26. Anatomia di una caduta, di Justine Triet (2023)
25. Il filo nascosto, di Paul Thomas Anderson (2017)
24. Her, di Spike Jonze (2013)
23. Boyhood, di Richard Linklater (2014)
22. Grand Budapest Hotel, di Wes Anderson (2014)
21. I Tenenbaum, di Wes Anderson (2001)
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20. The Wolf of Wall Street, di Martin Scorsese (2013)
Racconta la storia pazzesca di Jordan Belfort, che negli anni Novanta si inventò il modo di fare un sacco di soldi con sistemi fraudolenti ed è interpretato in maniera spassosissima da Leonardo DiCaprio, tra scene di droghe, eccessi e feste sfrenate. L’attore e regista statunitense Benny Safdie, tra i votanti, ha apprezzato la rapidità dell’azione rappresentata, l’energia e il fatto che in un certo senso abbia anticipato i tempi: oggi Belfort promuove i suoi trucchi per vendere cose su Instagram.
19. Zodiac, di David Fincher (2007)
Alla fine degli anni Sessanta il celeberrimo serial killer noto come Zodiac, mai identificato, ebbe tutta una sua notorietà per le lettere e i messaggi cifrati che mandava ai giornali locali. A volte il film di Fincher viene descritto come freddo o austero, ma secondo il regista Barry Jenkins, quello di Moonlight, riflette la meticolosità del suo lavoro e la sua attenzione per i dettagli.
18. Y tu mamá también – Anche tua madre, di Alfonso Cuarón (2001)
Due ragazzi e una donna più grande partono per un viaggio in auto nel Messico del 1999, scoprendo cose nuove sul sesso, sull’amicizia e su loro stessi. È stato il primo successo internazionale di Alfonso Cuarón, uno dei registi più apprezzati degli ultimi decenni, e oltre a essere dolce e provocante è anche un’efficace critica sociale.
17. I segreti di Brokeback Mountain, di Ang Lee (2005)
Il film con Heath Ledger e Jake Gyllenhaal fece molto discutere per la relazione omosessuale tra i cowboy del Wyoming che interpretavano: secondo diversi critici fu il motivo per cui non gli venne assegnato l’Oscar come miglior film, vinto invece da Crash – Contatto fisico di Paul Haggis. Vinse comunque tre Oscar, tra cui quello per la migliore regia del taiwanese Ang Lee, e fu molto apprezzato soprattutto per la fotografia e per la recitazione.
16. La tigre e il dragone, di Ang Lee (2000)
È ambientato nella Cina dell’Ottocento e unisce arti marziali, amori impossibili e scene spettacolari. Quando uscì piacque subito sia al pubblico occidentale che a quello asiatico, una rarità: tra le protagoniste c’è l’attrice malaysiana Michelle Yeoh, famosissima prima nei film d’azione di Hong Kong e poi a Hollywood, che di recente si è vista nel bizzarro e premiatissimo Everything Everywhere All at Once.
15. City of God, di Fernando Meirelles (2002)
Per Chiwetel Ejiofor, nominato al premio Oscar per 12 anni schiavo, la prima volta che lo si guarda si sentono il calore, il sudore sulla schiena, la pressione, la strada: racconta la vita nella favela di Cidade de Deus di Rio de Janeiro tra anni Sessanta e Settanta, con molti attori che erano abitanti della favela stessa. Il New York Times l’ha descritto come «una meditazione sulla sopravvivenza straziante e poetica».
14. Bastardi senza gloria, di Quentin Tarantino (2009)
È uno dei film più memorabili di Tarantino, che tra una versione alternativa della storia e i consueti eccessi di violenza crea tensioni e svolte narrative attorno a elementi minuscoli ma importantissimi, come il gesto di una mano, un accento, un dessert. Il New York Times ha elogiato in particolare l’interpretazione di Christoph Waltz, che vinse un Oscar per il ruolo del colonnello nazista Hans Landa: d’altra parte lo stesso Tarantino lo ritiene il personaggio migliore che abbia mai scritto.
13. I figli degli uomini, di Alfonso Cuarón (2006)
In questo dramma fantascientifico bisogna fare di tutto per tutelare l’unica donna incinta al mondo. Le interpretazioni degli attori sono intense, la narrazione profetica e la fotografia stupefacente, scrive il New York Times. Per il comico Patton Oswalt, che l’ha scelto tra i suoi preferiti, la parte più spaventosa di quando si pensa alla fine del mondo non sono tanto le bombe o il collasso della civiltà, quanto le persone che cercano di andare avanti, qualunque cosa accada.
12. La zona d’interesse, di Jonathan Glazer (2023)
È uno dei film più discussi dell’ultimo paio d’anni, è tratto dall’omonimo romanzo di Martin Amis e racconta l’ordinaria quotidianità della famiglia di un ufficiale nazista, incaricato di gestire un campo di concentramento. Il New York Times ha lodato in particolare la colonna sonora profonda e inquietante curata da Mica Levi: oltre ad aver vinto l’Oscar come miglior film internazionale nel 2024, è stato premiato anche per i migliori effetti sonori.
11. Mad Max: Fury Road, di George Miller (2015)
Il Post lo aveva inserito nella sua personalissima lista dei migliori film degli anni Dieci, «perché ha preso una trilogia buona ma non memorabile portandola a tutt’altro livello, perché è un film d’azione quasi tamarro e di certo almeno un po’ folle, scarnissimo nel contesto e nella trama e ricercatissimo nella tecnica e nel ritmo, perché è bello che tra i film del decennio ce ne sia uno con una chitarra sputafuoco». Sono più o meno gli stessi elementi apprezzati da chi lo ha votato in questa classifica.
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10. The Social Network, di David Fincher (2010)
All’inizio l’idea di un film su Facebook e su Mark Zuckerberg fu vista con un certo sospetto, e anche quando uscì sembrò una rappresentazione quasi spietata di una storia americana di successo: dato il modo in cui i social hanno stravolto il mondo, tuttavia, The Social Network risulta «quasi pittoresco e non abbastanza crudele», dice il New York Times. Per l’attore canadese Simu Liu, comunque, è uno di quelli che vanno guardati quando si vuole vedere un film perfetto.
9. La città incantata, di Hayao Miyazaki (2001)
Grazie a un immaginario tanto fantasioso quanto profondo, Hayao Miyazaki è riuscito a nobilitare l’animazione come pochi altri, e con La città incantata ha probabilmente fatto il film d’animazione per eccellenza. Ancora uno tra i film giapponesi di maggior successo di sempre, rimasto per oltre vent’anni l’unico anime ad aver vinto l’Oscar come miglior film d’animazione (fino al 2024, quando lo vinse Il ragazzo e l’airone, sempre di Miyazaki), ha ispirato generazioni di bambini e adulti, puntualizza John Turturro: per il New York Times può essere considerato l’Alice nel paese delle meraviglie dei nostri tempi.
8. Scappa – Get Out, di Jordan Peele (2017)
È un po’ un thriller, un po’ un horror e un po’ una commedia, ma soprattutto una satira sul razzismo, in cui Daniel Kaluuya si ritrova incastrato dalla famiglia della sua ragazza, parte di un gruppo di suprematisti bianchi. È stato apprezzato per l’arguzia e per il tempismo, ed è ritenuto un ottimo debutto alla regia per Jordan Peele, che prima di diventare un regista di film horror faceva il comico e l’imitatore.
7. Se mi lasci ti cancello, di Michel Gondry (2004)
È ampiamente considerato uno dei film più belli e meglio scritti degli ultimi anni, nonché un riferimento per le storie d’amore che girano attorno al tema del destino. Supera i cliché della commedia tradizionale e sì, è notoriamente tra quelli con la peggiore traduzione italiana del titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Per lo scrittore e sceneggiatore Dennis Lehane, autore di Mystic River e Shutter Island, è «davvero intelligente, profondamente commovente e divertente»: e trovare tutte e tre le cose insieme per lui è piuttosto raro.
6. Non è un paese per vecchi, di Joel e Ethan Coen (2007)
Secondo Brian Cox, il capostipite della famiglia Roy nell’acclamata serie Succession, questi sono i fratelli Coen al loro meglio. Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, in cui Javier Bardem interpreta un assassino depravato, ed è un thriller pieno di violenza e svolte: agli Oscar del 2008 è stato premiato come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista, Bardem appunto.
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5. Moonlight, di Barry Jenkins (2016)
Jenkins, il regista, non si immaginava che avrebbe avuto tutto questo successo. Prima aveva girato un solo film, e in questo racconta in maniera molto delicata – soprattutto alla fine – la storia di un ragazzo nero che cresce nella periferia di Miami. Moonlight è stato prodotto dalla casa di produzione indipendente A24, è piaciuto molto ai critici ed è stato premiato a sorpresa come miglior film agli Oscar del 2017, quando per errore il premio era stato inizialmente consegnato a La La Land.
4. In the Mood for Love, di Wong Kar-wai (2000)
Ormai è considerato un classico: parla di un giornalista e di una segretaria che nel 1962 si trasferiscono nello stesso palazzo di Hong Kong e si innamorano. La loro relazione si evolve a poco a poco, in maniera fine e pacata, e l’attrazione si nota soprattutto attraverso i loro sguardi e nel non detto. È un modello anche per Sofia Coppola, una delle registe contemporanee di maggior successo, che lo ha trovato un racconto poetico proprio perché non spiega per forza tutto.
3. Il petroliere, di Paul Thomas Anderson (2007)
Segue la parabola di un minatore ambizioso che a fine Ottocento diventa ricco trovando il petrolio, ma devasta irrimediabilmente tutto ciò che lo circonda, dall’ambiente a sé stesso. L’interpretazione di Daniel Day-Lewis (l’unico ad aver vinto per tre volte l’Oscar come miglior attore protagonista, per Il mio piede sinistro, Lincoln e Il petroliere appunto) è eccellente, e la regia di Paul Thomas Anderson, uno tra i più citati in questa classifica, spettacolare.
2. Mulholland Drive, di David Lynch (2001)
Appena arrivata a Los Angeles, un’aspirante attrice interpretata da Naomi Watts incontra una donna con un’amnesia e si ritrova coinvolta in un mistero ancora più grande, con molte poche certezze e moltissime cose inspiegabili. Per il New York Times questo film di culto è uno dei più cupi e terrificanti di David Lynch, tra i registi più amati di sempre per i suoi lavori enigmatici e difficili da interpretare, tra l’inquietante, l’onirico e l’assurdo, e che con Mulholland Drive propone una visione intricata sia dell’umanità sia di Hollywood, «un mondo oscuro e speculare dove i sogni diventano incubi».
1. Parasite, di Bong Joon-ho (2019)
Quando Parasite uscì nei cinema statunitensi Bong Joon-ho era apprezzato da un circolo piuttosto ristretto di appassionati, ma quando smise di essere proiettato aveva reso il regista sudcoreano una superstar, ricorda il New York Times. Nel 2020 fu il primo film in lingua straniera a vincere l’Oscar più importante, quello per il miglior film, ma vinse anche quelli per la miglior regia, miglior film internazionale e miglior sceneggiatura originale.
Senza dire troppo, parla di una famiglia povera che si infiltra in una famiglia ricca, ed è un po’ un thriller e un po’ una satira sociale, con meccanismi da commedia, momenti drammatici e notevoli colpi di scena. Ma soprattutto ha segnato un punto di svolta nel cinema mondiale, contribuendo a dare visibilità a numerosi altri film e serie tv della Corea del Sud, da cui di lì a poco sarebbe arrivata Squid Game, destinata a sua volta a diventare un fenomeno di massa.
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