La Commissione Europea ha autorizzato UniCredit a comprare Banco BPM, ma a certe condizioni

(ANSA/LUCA ZENNARO)
(ANSA/LUCA ZENNARO)

La Commissione Europea ha dato il proprio parere favorevole alla proposta di UniCredit di comprare Banco BPM, a patto che UniCredit rispetti alcuni vincoli per assicurare la concorrenza a livello locale. La Commissione ha inoltre respinto la richiesta dell’Autorità garante della concorrenza in Italia di sottoporre l’iniziativa a una propria valutazione, viste le competenze e la rilevanza del progetto per l’economia europea.

UniCredit è la seconda più importante banca italiana e da qualche mese ha avviato una Offerta Pubblica di Scambio (OPS) per comprare Banco BPM, altra importante banca con sede in Italia che si è detta contraria all’operazione. Anche il governo di Giorgia Meloni ha mostrato di essere contrario, attraverso motivazioni giudicate pretestuose, ambigue e mai davvero chiarite. In un simile contesto è diventato molto difficile per UniCredit proseguire con la propria iniziativa. Lo stesso amministratore delegato della banca, Andrea Orcel, ha ammesso in un’intervista a Repubblica di ritenere improbabile riuscire a superare l’opposizione del governo italiano e quindi la banca potrebbe rinunciare al tentativo di acquisto.

Il parere favorevole della Commissione Europea è condizionato alla cessione di circa 200 filiali da parte di UniCredit, in modo che la loro presenza combinata a quella delle agenzie di Banco BPM non costituisca un ostacolo alla libera concorrenza delle altre banche in Italia. La Commissione non si è invece ancora espressa sulla legittimità del ricorso al cosiddetto “golden power”, cioè lo strumento con cui in casi eccezionali il governo italiano può condizionare o vietare un’operazione di mercato. Molti osservatori hanno indicato il ricorso al “golden power” in questo caso come una forzatura della normativa, dovuta al tentativo di ostacolare l’acquisizione. Al momento non c’è una scadenza per una decisione su questi aspetti e su altre valutazioni previste dai regolamenti europei sulla concorrenza.

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