• Mondo
  • Giovedì 19 giugno 2025

Cosa sono le bombe “bunker buster”

A Israele servono per raggiungere gli impianti nucleari più protetti dell’Iran: gli Stati Uniti le hanno

Una bomba GBU-57 fotografata nella base militare di Whiteman in Missouri
Una bomba GBU-57 fotografata nella base militare di Whiteman in Missouri (U.S. Air Force via AP)
Caricamento player

Il governo israeliano sta cercando di trascinare gli Stati Uniti nella guerra contro l’Iran per ottenere delle bombe molto potenti in grado di distruggere i centri iraniani di arricchimento dell’uranio protetti nel sottosuolo. Il presidente Donald Trump ci sta pensando, e la forma più probabile di un eventuale coinvolgimento statunitense nella guerra sarebbe proprio utilizzare queste bombe per colpire l’impianto nucleare di Fordo, che si trova dentro a un tunnel scavato nel fianco di una montagna. Gli attacchi israeliani, per ora, lo hanno solo danneggiato in superficie.

Queste bombe in gergo vengono chiamate bunker buster, cioè “antibunker” o “demolitrici di bunker”, ma la loro denominazione ufficiale è GBU-57. In passato gli Stati Uniti si erano sempre rifiutati di fornirle a Israele, che in ogni caso non avrebbe aerei in grado di trasportarle: sono configurati per farlo solo i B-2 Spirit dell’aviazione statunitense.

Una GBU-57 è lunga 6 metri, pesa circa 14 tonnellate (rispetto alla tonnellata delle bombe convenzionali) ed è in grado di penetrare nella roccia fino a 60 metri. Un aereo B-2 Spirit può portarne due e lanciarle in serie, aumentando quindi i danni se centrano lo stesso punto. L’esercito degli Stati Uniti ha almeno una ventina di questi ordigni e 19 bombardieri B-2 Spirit con cui sganciarli.

Il video mostra, a partire da 0:27, il funzionamento di una bomba GBU-57

La carica esplosiva equivale all’incirca a un quinto del peso della bomba, che sfrutta la massa e la velocità per sfondare gli strati del terreno. Monta un sensore che può farla esplodere quando, dopo aver attraversato la roccia, riemerge in uno spazio vuoto.

In questi giorni alcuni esperti militari hanno espresso dubbi sul fatto che l’utilizzo di queste bombe possa distruggere completamente le strutture di Fordo, per via di alcuni limiti logistici. Il principale problema è che le strutture di Fordo si trovano più in profondità – almeno 80 metri sottoterra – rispetto alla capacità teorica della bomba GBU-57. Rafael Grossi, il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite che ha visitato più volte l’impianto, ha detto che in base alla sua esperienza si troverebbe ancora più in profondità.

Una foto satellitare del sito di Fordo, risalente al 14 giugno

Una foto satellitare del sito di Fordo, risalente al 14 giugno (EPA/MAXAR TECHNOLOGIES)

L’esercito statunitense ha sviluppato più versioni delle bombe antibunker, ed è possibile che le più recenti abbiano una capacità superiore. Un’altra questione sono però gli strati di cemento a protezione del sito: più sono voluminosi e più potrebbero frenare la bomba, che comunque è progettata proprio per trapassarli. L’Economist ha scritto che «potrebbe fare la differenza tra il successo e il fallimento quanto solido e spesso è il cemento iraniano, e quanto la bomba americana è stata migliorata».

Queste bombe di precisione sono state solo testate durante esercitazioni e mai usate in combattimento, e anche questo potrebbe essere un potenziale limite. Per colpire l’obiettivo usano un sistema GPS: in genere è affidabile, ma quello delle bombe di fabbricazione statunitense usate in Ucraina non si è dimostrato impenetrabile ai tentativi di interferenza russi, ed è stato aggiornato.

Una riduzione anche minima della precisione potrebbe compromettere l’efficacia di un bombardamento visto che, proprio per la conformazione di Fordo, si pensa che sia necessario sganciare più bombe GBU-57 sullo stesso punto della montagna. Dovrebbero quindi partecipare più B-2 Spirit contemporaneamente. Un altro dei principali siti nucleari iraniani, quello di Natanz, si trova a una profondità inferiore, tra i 20 e i 50 metri, e lì gli attacchi israeliani sono già riusciti a intaccare le strutture sotterranee.

Un bombardiere B2 Spirit degli Stati Uniti, fotografato nel 2015

Un bombardiere B-2 Spirit degli Stati Uniti, fotografato nel 2015 (AP Photo/Mark Almond)

La base della flotta statunitense di bombardieri B-2 Spirit è in Missouri, negli Stati Uniti, da dove possono raggiungere l’Iran in 15 ore di volo. Ad aprile però sei di loro sono stati spostati in una base militare statunitense sull’isola Diego Garcia, nell’arcipelago delle Chagos (nell’oceano Indiano). I B-2 Spirit hanno un’autonomia di quasi 10mila chilometri e il sito di Fordo ne dista circa 5.150 dalla base alle Chagos. Quindi potrebbero compiere un volo di andata e ritorno verso Fordo, rifornendosi in volo soltanto nell’ultimo tratto di ritorno verso Diego Garcia.

Fordo comunque non è l’unico sito del programma nucleare iraniano. Scorte di uranio arricchito dovrebbero essere già stoccate in profondità in una base sotterranea a Isfahan. L’Iran ha cioè del materiale che, se lavorato ancora, potrebbe servire a fare una bomba atomica e nel caso servisse potrebbe produrne altro. Per queste ragioni, distruggere Fordo non equivarrebbe di per sé a eliminare ogni possibilità che l’Iran sviluppi in futuro armi atomiche, ossia l’obiettivo sbandierato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

– Il liveblog del Post: Tutte le notizie man mano che arrivano

OSZAR »