Donald Trump ha lasciato con un giorno d’anticipo il G7
Per occuparsi dei bombardamenti in corso tra Israele e Iran, ha fatto sapere

Ieri, lunedì 16 giugno, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato il G7 in corso a Kananaskis, in Canada, con un giorno di anticipo. La Casa Bianca ha fatto sapere che Trump ha deciso di lasciare la riunione per dedicarsi alla situazione in Medio Oriente, dove da cinque giorni ci sono bombardamenti reciproci tra Israele e Iran. Sul suo social Truth ha poi scritto che la capitale dell’Iran, Teheran, dovrebbe essere evacuata «immediatamente» (è ovviamente una dichiarazione irrealistica, dato che Teheran ha quasi 10 milioni di abitanti).
Il G7 è la riunione dei capi di Stato e di governo di sette tra le democrazie più influenti al mondo, e i lavori di ieri erano dedicati al commercio e alla ricerca di un accordo con gli Stati Uniti prima dell’aumento dei dazi sulle importazioni dall’Unione europea previsto il 9 luglio. Dopo l’incontro e altri brevi colloqui bilaterali, mentre posava per una foto con gli altri leader del G7, Trump ha detto semplicemente che se ne sarebbe andato. È dunque tornato a Washington per «occuparsi di molte questioni importanti», come ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt: «Il presidente è molto soddisfatto della giornata al G7, ma a causa di quello che accade in Medio Oriente, dovrà partire».
Durante l’incontro con i giornalisti Trump ha detto che l’Iran deve limitare il proprio programma nucleare prima che sia «troppo tardi», e di essere fiducioso che verrà firmato un accordo al riguardo. Trump ha anche parlato della Russia dicendo che «buttarla fuori» nel 2014 da quello che un tempo era il G8 «è stato un errore» perché, ha aggiunto, «non credo che in questo momento ci sarebbe una guerra se la Russia fosse stata dentro». Trump ha dato la colpa dell’uscita dal G8 della Russia, avvenuta in seguito all’invasione e annessione della Crimea, all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e all’ex primo ministro canadese Justin Trudeau (che però divenne primo ministro solo l’anno successivo).
Lunedì sera i leader degli altri paesi che fanno parte del G7 (oltre agli Stati Uniti sono Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito), hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui dicono che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare, in cui sollecitano una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, incluso un cessate il fuoco a Gaza, e in cui ribadiscono comunque il diritto di Israele a difendersi. Inizialmente fonti interne alla Casa Bianca avevano detto che Trump non l’avrebbe firmata: alla fine lo ha fatto, pare anche grazie a un cambiamento nei contenuti del documento.