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  • Martedì 17 giugno 2025

Le proteste in Kenya per la morte di un uomo in arresto

Albert Ojwang criticava le forze dell'ordine sul suo blog: prima la polizia ha detto che aveva «sbattuto la testa», poi ha ammesso che non era vero

Scontri fra polizia e manifestanti durante le proteste per la morte di Albert Ojwang a Nairobi, in Kenya, il 12 giugno 2025 (AP Photo/Andrew Kasuku)
Scontri fra polizia e manifestanti durante le proteste per la morte di Albert Ojwang a Nairobi, in Kenya, il 12 giugno 2025 (AP Photo/Andrew Kasuku)
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Da giorni a Nairobi, la capitale del Kenya, sono in corso grosse proteste per la morte del blogger politico 31enne Albert Ojwang, avvenuta la scorsa settimana mentre era in custodia della polizia, in circostanze ancora ben poco chiare. L’Autorità indipendente di controllo delle forze di polizia del Kenya (IPOA) ha aperto un’indagine e arrestato varie persone, fra cui due poliziotti e tre civili accusati di aver picchiato Ojwang su mandato degli agenti. Sempre secondo l’Autorità, quella di Ojwang è stata la ventesima morte in queste circostanze dall’inizio del 2025.

Ojwang era stato arrestato il 6 giugno a Homa Bay, nell’ovest del Kenya, a seguito di una denuncia per diffamazione da parte del vicecapo della polizia Eliud Lagat: sul suo blog Ojwang l’aveva più volte criticato pubblicamente e l’aveva collegato a un grosso scandalo di corruzione in corso in Kenya. Dopo l’arresto Ojwang è stato portato senza spiegazioni alla stazione di polizia centrale di Nairobi, a 400 chilometri da casa sua. Due giorni dopo è stato trovato morto nella struttura.

Inizialmente la polizia aveva detto che era morto «sbattendo la testa contro il muro della cella», una ricostruzione fin da subito ritenuta falsa, che aveva dato il via alle proteste. Una successiva autopsia dell’IPOA infatti aveva stabilito che la morte era stata causata molto probabilmente da un’aggressione: Ojwang presentava «lesioni alla testa, compressione del collo e altre lesioni diffuse su tutto il corpo».

Le proteste si sono svolte a Nairobi. Sono iniziate pacificamente lunedì 9 giugno, con alcuni presidi avvenuti anche davanti alla stazione di polizia dove Ojwang è stato trovato morto. Nei giorni successivi sono degenerate, anche a causa di una violenta repressione da parte delle forze di polizia: ci sono state decine di arresti e durante le proteste di martedì 17 giugno, secondo quanto riferito da un giornalista di Reuters sul posto, almeno una persona è morta. Sulla base di alcune testimonianze e video circolati online, la stampa locale ha scritto che l’uomo è stato ucciso da alcuni agenti che l’hanno colpito alla testa e che non si sarebbe trattato di un manifestante, ma di una persona che stava vendendo delle mascherine durante la protesta.

Negli ultimi giorni sono stati arrestati anche il capo della stazione di polizia, un altro agente e un tecnico accusato di aver spento le telecamere di sorveglianza della struttura. Gli altri poliziotti in turno, anche se non indagati, sono stati per il momento sospesi. Parlando davanti al Senato, mercoledì scorso, il capo della polizia Douglas Kanja si è scusato pubblicamente dell’affermazione iniziale secondo cui Ojwang si sarebbe suicidato e ha detto che il blogger «non ha sbattuto la testa contro il muro», dando la colpa a «informazioni errate» fornitegli dai suoi colleghi più giovani.

Lunedì 16 giugno si è infine dimesso anche Eliud Lagat, il vicecapo della polizia la cui denuncia aveva portato all’arresto di Ojwang. Nell’annunciare la sua decisione, Lagat non ha menzionato esplicitamente la sua connessione al caso, e ha definito la morte di Ojwang come uno «sfortunato incidente».

Le violenze sistemiche e le uccisioni extragiudiziali compiute dalle forze dell’ordine continuano a essere un problema in Kenya, nonostante dopo la sua elezione nel 2022 il presidente William Ruto avesse promesso di risolverli. Nel corso del 2024 la ong Kenya Human Rights Commission ha contato 160 omicidi extragiudiziali commessi dalla polizia. L’anno scorso, durante delle grosse proteste contro un progetto di legge sull’aumento delle tasse (poi ritirato dal governo) diversi attivisti e manifestanti furono arrestati e uccisi dalla polizia. 

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