Le proteste a Los Angeles sono l’occasione che Trump stava aspettando
Mandare la Guardia Nazionale contro la volontà del governatore della California c'entra molto con la politica e poco con la sicurezza

Nel centro di Los Angeles e in due cittadine vicine, Paramount e Compton, da venerdì sono in corso proteste violente contro alcune operazioni dell’ICE (l’agenzia federale statunitense per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione) in cui sono state arrestate decine di presunti migranti irregolari. I manifestanti hanno lanciato pietre e incendiato almeno un’auto, ma sono state comunque azioni piuttosto contenute, che hanno coinvolto decine o poche centinaia di persone.
La polizia di Los Angeles ha scritto sui social media che sabato la situazione in centro città era ormai pacifica. Ma sabato sera Trump ha deciso di mandare la Guardia Nazionale contro la volontà delle autorità locali: è una decisione che ha a che fare soprattutto con la politica, e non con la necessità di mantenere l’ordine in città, ed è la prima del genere dal 1965.
La Guardia Nazionale è la principale forza di riservisti dell’esercito americano. È l’unico corpo su cui i governatori degli stati e il presidente hanno autorità congiunta. Normalmente i riservisti sono chiamati dai governatori per rispondere a catastrofi naturali o a gravi proteste, ma ci sono casi eccezionali in cui il presidente può usare la sua autorità per dispiegare la Guardia, in caso di emergenze o rivolte che mettono in pericolo la sicurezza nazionale.
L’ultima volta successe nel 1992 durante una rivolta proprio a Los Angeles, ma il presidente di allora, George H. W. Bush, inviò le truppe con l’assenso del governatore della California. Il caso di questi giorni è diverso, perché Trump ha inviato le truppe nonostante l’esplicito e forte dissenso del governatore, il Democratico Gavin Newsom, e della sindaca di Los Angeles, anche lei Democratica. Per trovare un precedente di questo tipo bisogna risalire al 1965, quando Lyndon Johnson inviò la Guardia Nazionale in Alabama per proteggere i manifestanti per i diritti civili.
Oltre a inviare la Guardia Nazionale, Trump ha dato ordine al segretario alla Difesa, Pete Hegseth, di valutare la possibilità di inviare a Los Angeles i Marine: quindi truppe attive e non soltanto riservisti. Hegseth ha detto di essere pronto.

Donald Trump il 7 giugno 2025 (AP Photo/Frank Franklin II)
Per giustificare la presenza delle truppe, Trump e la sua amministrazione hanno descritto le proteste di Los Angeles come una grave emergenza nazionale: Trump ha scritto sui social che Los Angeles è «invasa e occupata» da una «orda violenta e rivoltosa», e che è necessario «liberare Los Angeles dall’Invasione dei Migranti» (maiuscole del presidente). Stephen Miller, il consigliere di Trump sull’immigrazione, ha parlato di una «insurrezione violenta» e ha detto che quella contro i migranti a Los Angeles è una «battaglia per salvare la civiltà».
Al contrario, il governatore Newsom ha detto che l’invio della Guardia Nazionale da parte di Trump è «volutamente provocatorio», e ha chiesto il suo ritiro immediato.

Il governatore della California Gavin Newsom, il 14 maggio 2025 (AP Photo/Rich Pedroncelli)
Trump minacciava da tempo di impiegare l’esercito contro le città e gli stati governati dal Partito Democratico, che secondo lui non sono in grado di mantenere «la legge e l’ordine». Le proteste degli scorsi giorni sono diventate l’occasione perfetta: la California è lo stato più ricco del paese, storicamente governato dai Democratici, e il governatore Newsom è un politico carismatico, che è tra i più efficaci critici di Trump e in futuro potrebbe diventare un suo rivale politico a livello nazionale.
Mandare la Guardia Nazionale in California è un modo per dire che Newsom e i Democratici non sono in grado di guidare lo stato e di proteggerlo da quello che Trump e i suoi definiscono «l’invasione» dei migranti. «Affinché loro abbiano successo la California deve fallire, e per questo faranno di tutto per riuscirci», ha detto Newsom.
Questo è inoltre un altro dei modi con cui Trump sta cercando di espandere i poteri della presidenza, forzando norme e consuetudini. L’invio della Guardia Nazionale a Los Angeles potrebbe normalizzare l’utilizzo delle truppe anche in altri contesti, e fornire al presidente uno strumento in più per interferire negli affari degli stati che si oppongono alle sue politiche.
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