Come ha fatto Carlos Alcaraz a battere Jannik Sinner
Nella finale del Roland Garros più lunga e spettacolare di sempre hanno fatto la differenza alcuni dettagli piccoli, ma decisivi

Con le sue 5 ore e 29 minuti, la finale giocata domenica pomeriggio da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è stata la più lunga nella storia del Roland Garros e la seconda più lunga di sempre nella storia dei tornei del Grande Slam, i quattro principali nel tennis, dopo quella degli Australian Open del 2012 tra Novak Djokovic e Rafael Nadal (5 ore e 53 minuti). Alla fine ha vinto Alcaraz per 3 set a 2 (4-6, 6-7, 6-4, 7-6, 7-6), rimontando uno svantaggio di 2 set a 0.
Il ritmo di gioco e l’intensità dei colpi tenuti dai due tennisti per tutto quel tempo l’hanno già resa nella percezione comune una delle partite di tennis più spettacolari e apprezzate di questo sport, come sottolineato da diversi esperti e tennisti. L’ex numero 1 al mondo Andy Roddick, per esempio, nel suo podcast l’ha definita «una delle migliori partite di sempre», sostenendo che Sinner e Alcaraz stiano portando il gioco a livelli forse mai visti prima. La loro rivalità non è solo il meglio che oggi il tennis possa offrire, ma potenzialmente anche una delle migliori nella storia dello sport.
È stata una finale eccezionalmente equilibrata, nella quale i due si sono di fatto equivalsi: Sinner ha fatto 193 punti, Alcaraz 192. A fare la differenza sono stati alcuni momenti specifici della partita: nei punti cruciali lo spagnolo ha giocato in modo quasi perfetto. Nel suo podcast Slice, l’esperto commentatore di tennis Emanuele Ricciardi ha sostenuto per esempio che Sinner abbia avuto un livello di gioco mediamente superiore, ma che Alcaraz abbia raggiunto picchi di rendimento superiori, come quasi sempre gli riesce contro Sinner: «In uno sport in cui non tutti i punti sono uguali, questo è spesso ciò che separa la vittoria dalla sconfitta», ha detto.
Come dimostra questa partita, infatti, nel tennis non vince necessariamente chi ha fatto più punti: bisogna vincere quelli che permettono di ottenere un game, un set, o l’intera partita, su cui necessariamente si accumula maggiore tensione ed è più difficile giocare al meglio. In questa finale Sinner ha avuto tre consecutivi match point, cioè tre occasioni in cui un solo punto bastava a vincere la partita, ma non è riuscito a sfruttarli.
In due di questi tre match point avuti da Sinner, Alcaraz ha giocato in modo aggressivo, tirando quasi sulla linea di fondo campo e lasciando ben poco spazio all’iniziativa dell’avversario. Nel successivo tie-break del quarto set ha piazzato due ace (cioè punti diretti con il servizio in cui l’avversario non riesce nemmeno a toccare la pallina) e ha giocato alcuni colpi vincenti imprendibili per Sinner: al servizio Alcaraz ha spesso un rendimento altalenante (almeno per il suo livello), ma quando più conta riesce quasi sempre a giocarlo in modo incisivo e vincente.
Nel decisivo super tie-break del quinto set, dopo oltre cinque ore di partita e dopo aver da poco perso un game in cui aveva servito per vincere il match, Alcaraz è stato in sostanza incontenibile e ha ottenuto 10 punti su 12.
Sinner invece, pur in un contesto molto vicino a un ideale tennistico di perfezione, ha avuto qualche esitazione nei punti cruciali. All’inizio del terzo set, in vantaggio di due set e di un break (cioè di un game vinto sul servizio avversario), ha giocato forse il peggior game della sua partita. Sul 4-5 nel terzo set poi è stato un po’ frettoloso e indeciso su un dritto e su una volée di rovescio (le volée sono i colpi al volo vicino alla rete). In uno dei suoi tre match point ha cercato di fare il punto direttamente in risposta, sbagliando con il rovescio sulla seconda di servizio di Alcaraz un colpo che sembrava alla sua portata. Sono dettagli davvero piccoli in una partita lunga 5 ore e 29 minuti, ma decisivi in una finale contro Carlos Alcaraz.
Per chi vuole soffrire ancora un po’
Dall’inizio del 2024 Sinner ha giocato 94 partite contro avversari che non fossero Alcaraz, vincendone 91. Nello stesso periodo ha giocato 5 partite contro Alcaraz e le ha perse tutte e 5 (nel totale degli scontri diretti lo spagnolo è in vantaggio per 8-4). Fino al terzo set della finale, il tennista italiano aveva una serie aperta di 31 set consecutivi vinti nei tornei del Grande Slam (la terza migliore di sempre), risalente agli ottavi di finale degli scorsi Australian Open. L’impressionante costanza di rendimento ha permesso a Sinner di rimanere al primo posto del ranking per un anno intero (e ci resterà almeno per un altro po’) e gli consente di battere senza troppi patemi tutti i tennisti al mondo tranne Alcaraz, che è attualmente al secondo posto.
Lo spagnolo al contrario in quest’anno e mezzo ha avuto alcuni cali di rendimento anche piuttosto clamorosi, perdendo contro tennisti molto meno quotati di lui, ma nelle partite più difficili e importanti, contro gli avversari più forti (Sinner su tutti), ha dimostrato una capacità eccezionale di dare il meglio di sé. Finora ha giocato cinque finali nei tornei del Grande Slam, vincendole tutte e cinque: solo Roger Federer in precedenza era riuscito a vincere le sue prime cinque finali di uno Slam (Sinner prima di domenica era 3 su 3, adesso 3 su 4).
Nelle partite durate più di 3 ore e 50 minuti ha un record di 10 vittorie (tre delle quali contro Sinner) e 1 sconfitta (contro un altro italiano, Matteo Berrettini): un dato che conferma quanto siano fuori dal comune la sua freschezza atletica e la sua tenuta mentale.
Allo stesso tempo, però, nella finale del Roland Garros Sinner è stato letteralmente a un punto dal batterlo, ed è una cosa notevole se si considera che la terra rossa è la superficie sulla quale Sinner finora è andato peggio, perché il rimbalzo più lento della pallina limita in parte il suo tennis fatto di colpi veloci e profondi (e al contrario esalta il gioco arrembante e resistente di Alcaraz). Per buona parte della partita Sinner è riuscito a contenere le fulminee accelerazioni di Alcaraz (soprattutto con il dritto) e a giocare con pazienza, tirando in molti scambi anche due, tre colpi potenzialmente vincenti prima di riuscire a far punto.
«Il vantaggio più grande che ha Alcaraz su Sinner è il ritmo. Non solo gioca con varietà, ma sa manovrare la palla e cambiare il ritmo di una partita come nessun altro giocatore d’élite. Per questo, domenica il più grande successo di Sinner forse è stato impedire che ciò accadesse per gran parte della partita», ha scritto Charlie Eccleshare sul sito sportivo The Athletic. Eccleshare ha sottolineato soprattutto come nei primi due set «la costanza di colpi di Sinner e la sua posizione aggressiva in campo hanno impedito ad Alcaraz di dominare gli scambi e di mettere in gioco regolarmente il suo letale drop shot», cioè la smorzata, un colpo a effetto che si ferma o cambia direzione dopo il rimbalzo e che costringe gli avversari a grandi recuperi (Alcaraz la usa moltissimo, talvolta quasi ne abusa).
La percezione, insomma, è che la distanza tra i due quando si affrontano sia quasi infinitesimale e che soprattutto sul cemento, la superficie a lui più congeniale, sui cinque set Sinner abbia più possibilità di vincere.
È difficile, inoltre, nonostante abbia solo 22 anni appena compiuti (Sinner ne farà 24 ad agosto), immaginare che Alcaraz possa migliorare ancora molto nel giocare i punti decisivi delle partite, visto il modo eccezionale in cui lo fa già oggi. La finale di domenica ha mostrato al contrario come Sinner, pur essendo anche lui già su standard elevatissimi, abbia ancora alcuni difetti più evidenti e possa aggiustare qualcosa per essere ancora più competitivo contro Alcaraz.
In particolare, il rendimento con la prima di servizio è stato carente, e soprattutto nei punti cruciali ha faticato a metterla in campo con continuità. La tenuta sul lungo periodo inoltre è in parte un problema per Sinner, visto che nelle partite di oltre 3 ore e 50 ha risultati opposti a quelli di Alcaraz, cioè zero vittorie e sei sconfitte (la finale degli Australian Open del 2024, quando aveva rimontato da 0-2 a 3-2 contro Daniil Medvedev, era durata 3 ore e 46 minuti).
Anche su questo, comunque, Sinner ha già lavorato parecchio, migliorando nettamente le sue performance fisiche rispetto al passato. Molto spesso peraltro non gli è necessario giocare così tanto, perché riesce a vincere prima le sue partite anche nei tornei del Grande Slam (che si giocano tre set su cinque): anche domenica è arrivato a un punto dal riuscirci contro Alcaraz.