A Cuba la nuova crisi riguarda i costi di internet
L'azienda monopolista ha alzato enormemente i prezzi e imposto un pagamento in dollari: è un grosso problema per tantissime persone

A Cuba da alcuni giorni connettersi a internet è diventato terribilmente caro: l’azienda monopolista ha annunciato un nuovo tariffario che impone pagamenti in dollari, e di fatto solo chi ha parenti all’estero può permetterseli. Sull’isola da anni la popolazione deve gestire continui blackout, interruzioni della rete idrica, trasporti carenti, difficoltà nel trovare cibo e libertà personali limitate: l’ulteriore restrizione dell’accesso a internet ha causato nuove proteste, soprattutto nelle università.
Nel paese manifestazioni e proteste non sono comuni, per la forte repressione del governo: quelle attuali sono fra le più diffuse e organizzate dal 2021, quando l’ultimo grande tentativo di chiedere cambi radicali nel regime fu represso.
Le nuove tariffe per internet sono entrate in vigore il 30 maggio. ETECSA, l’impresa statale che ha il monopolio a Cuba, vende ricariche a consumo e pacchetti per la connessione, ormai perlopiù concentrate sulla rete mobile (le reti wifi sono poche, instabili e comunque care). La nuova formula prevede che gli utenti possano pagare in pesos cubani i primi 6 giga di dati, a un prezzo vicino a un dollaro. Esauriti quei 6 giga, per i successivi acquisti le tariffe sono in dollari: 9 per 3 giga.
A Cuba il salario minimo mensile è vicino ai 5 dollari, quello medio 16 dollari. Secondo alcune stime, i cubani connessi alla rete mobile sono 7,3 milioni (su 11 milioni totali): valutare la media dei consumi è più complesso, ma secondo uno studio della compagnia di telecomunicazioni svedese Ericsson il consumo medio globale è di 21,6 giga al mese per ogni smartphone.
L’acquisto dei pacchetti internet, usati per connettersi ai social network e a WhatsApp, o per chiamare e videochiamare i parenti all’estero, di fatto varrebbe un intero stipendio. Già oggi le persone cubane usano la connessione internet con molta attenzione, collegandosi e scollegandosi secondo le necessità per limitare i consumi. Ma internet è anche uno strumento necessario per risolvere problemi quotidiani come informarsi sulle interruzioni della rete elettrica o idrica, o trovare soluzioni per la carenza di determinati alimenti o strumenti, nonché per accedere a informazioni.
Internet a Cuba è arrivato tardi e in modo limitato: dal 2015 il governo installò alcune aree wi-fi in parchi e zone pubbliche, che funzionavano parzialmente; dal 2018 la rete mobile ha reso l’accesso più generalizzato. Su internet si sono sviluppate anche molte delle ultime proteste, comprese quelle imponenti del 2021.

Un ragazzo connesso via rete mobile sul lungomare dell’Avana (AP Photo/Ramon Espinosa)
Le nuove tariffe sono state giustificate dal governo con la necessità di «mantenere il livello della rete». Come tutte le aziende statali cubane ETECSA ha enormi problemi di gestione e manutenzione, ma la richiesta di pagamento in dollari sembra avere come fine principale quello di trovare un’altra via per aumentare gli ingressi in valuta statunitense dello stato. Di fronte a una crisi economica perdurante e profonda Cuba dipende sempre di più dalle rimesse dei molti cubani che in questi anni sono emigrati all’estero, e che forniscono alle famiglie rimaste sull’isola beni (fra cui molti generatori di corrente) e soldi.
Lo stato ha bisogno di aumentare le sue riserve di dollari per acquistare beni all’estero e per ripagare parte dei debiti contratti con enti internazionali. Nel corso degli anni una buona parte dell’economia, non solo informale ma anche ufficiale, è passata attraverso un processo di “dollarizzazione”: per molti beni, cioè, bisogna pagare in dollari e non nella svalutata valuta locale, che è però quella con cui sono pagati gli stipendi.

Una coppia cubana alle prese con problemi alla rete elettrica (AP Photo/Ramon Espinosa)
Pagare internet in dollari però può diventare impossibile per chi non ha accesso a rimesse provenienti dall’estero. Subito dopo l’annuncio delle nuove tariffe, grandi proteste sono state organizzate in almeno dieci università, in varie città del paese. Gli studenti hanno annunciato anche una sorta di sciopero, che consiste nel non assistere alle lezioni a partire al 4 giugno. Alle proteste iniziate per internet, strumento fondamentale anche per gli studi, si sono aggiunte già altre rivendicazioni.
Per provare a limitare la crisi ed evitare proteste più gravi, mercoledì ETECSA ha annunciato che gli studenti universitari potranno disporre di 6 giga supplementari a prezzo calmierato e in valuta locale (360 pesos, quasi un dollaro), per un totale di 12 giga a quasi due dollari. Questa misura non risolve però il problema per la maggior parte dei residenti. È stato annunciato anche un miglioramento delle connessioni fisse, con una rete ADSL, ma non sono stati forniti dettagli su tempi e prezzi.