Sette colpi per capire il tennis imprevedibile di Alexander Bublik
Servizi dal basso, smash tirati con il manico della racchetta e altre cose matte fatte da uno dei giocatori più spettacolari in circolazione

Sono raramente noiose le partite di tennis di Alexander Bublik, 27 anni, russo naturalizzato kazako con un approccio piuttosto scanzonato e poco convenzionale allo sport. Il suo stile di gioco vario e spettacolare, ma anche discontinuo e nevrotico, lo rende da anni un tennista imprevedibile, che entusiasma il pubblico con grandi colpi ma ottiene pochi risultati di alto livello (ha comunque vinto quattro tornei finora, tra cui il prestigioso ATP 500 di Halle nel 2023). In questi giorni al Roland Garros sta giocando invece in modo efficace e solido, pur continuando a intrattenere gli spettatori, e per la prima volta si è qualificato per i quarti di finale di un torneo del Grande Slam, i principali nel tennis: mercoledì gioca contro Jannik Sinner.
Per arrivarci, Bublik (oggi al 62esimo posto del ranking mondiale) ha eliminato avversari più quotati e affermati di lui come il numero 9 del mondo Alex De Minaur e il numero 5 Jack Draper. Contro De Minaur ha vinto per 3 set a 2, dopo essere stato in svantaggio 2 a 0, mentre agli ottavi di finale ha battuto Draper con una partita descritta da esperti e commentatori con toni entusiasti, come «stupenda», «magnifica» e «il più grande show mai visto».
Nella partita contro Draper, ma pure nella rimonta contro De Minaur e nelle vittorie per 3 a 0 contro Henrique Rocha e James Duckworth, Bublik sembrava in effetti davvero ispirato e centrato, in grado di mostrare con una costanza per lui inusuale il suo gioco di servizi tirati al massimo della potenza sia con la prima sia con la seconda palla, colpi risolutori da fondo campo, palle corte e smorzate, mirabolanti discese a rete. È un tennis rischioso e difficile da fare con intensità, ma che quando riesce può mettere in difficoltà tutti, pure Jannik Sinner (che però già quattro anni fa, ben prima che diventasse numero 1 del mondo, Bublik aveva lodato definendolo «non umano»).
Bublik ha reagito alla vittoria contro Draper in modo molto partecipato ed emozionante, contraddicendo in parte l’immagine che in questi anni ha voluto dare di sé, e cioè quella di giocatore che odia il tennis e ci gioca solo per guadagnare soldi, a cui non interessa tanto vincere, quanto piuttosto essere un personaggio comico, con le sue scenette durante le partite e il suo tennis divertente ma fine a sé stesso. È ancora presto per dire se a 27 anni Bublik abbia infine trovato un modo di far fruttare la sua tecnica fuori dal comune e la sua eccezionale fantasia creativa, che finora aveva mostrato solo in certi momenti, e di diventare efficace senza snaturarsi, perché sono i suoi colpi più spettacolari che lo hanno reso un tennista di culto, per certi versi.
Il servizio è uno dei colpi migliori di Bublik, che però lo utilizza in modo diverso da quasi tutti gli altri tennisti. I suoi servizi possono raggiungere i 220-230 chilometri orari (cioè velocità tra le più alte in assoluto), e talvolta non c’è molta differenza tra la prima e la seconda (che invece di solito viene giocata dagli altri tennisti in modo più tattico e meno rischioso). È uno dei tennisti che fanno più ace, cioè punti diretti in battuta senza che l’avversario tocchi la pallina: nel 2021 ne fece più di tutti, 840 in 62 partite, e da cinque anni è sempre nella top ten di questa classifica. È però anche uno di quelli che commettono più doppi falli (errore in entrambi i servizi a disposizione, che dà il punto all’avversario): l’anno scorso ne ha fatti 6,6 a partita (a fronte di 11,6 ace), più di ogni altro tennista.
“Ace” di seconda per chiudere la partita
Allo stesso tempo Bublik utilizza con inusuale frequenza il servizio dal basso, un colpo discusso nel tennis, perché alcuni lo reputano irrispettoso nei confronti dell’avversario, e che viene impiegato (raramente) da alcuni tennisti e tenniste per sorprendere con una palla corta. Bublik, puntando sul fatto che spesso gli avversari indietreggiano molto per rispondere ai suoi potenti servizi, lo fa abbastanza spesso, riuscendo a volte a metterli in difficoltà con servizi dal basso molto corti e a effetto. A volte esagera un po’, forse.
Sei servizi dal basso in una partita, con alterne fortune
Prima degli ottavi di finale al Roland Garros, Bublik aveva detto che non avrebbe potuto correre per cinque ore di fila contro Draper, un tennista più allenato e prestante di lui (come lo sono in molti, nel circuito). Ha dovuto quindi trovare alternative per accorciare gli scambi e non rendere la partita una prova di resistenza. Oltre al servizio, uno dei modi per farlo è stato avvicinarsi molto spesso a rete, dove può sfruttare l’eccellente tecnica nel giocare le volée per fare punto in fretta.
Volée come questa qui sopra, o questa
Anche le palle corte e le smorzate (i colpi a effetto che si fermano o cambiano direzione dopo il rimbalzo) sono azioni in cui si vede la sua mano, come viene chiamata in gergo la sensibilità nel maneggiare la racchetta e nel tirare i colpi.
Una smorzata molto azzardata e inusuale, direttamente dal servizio avversario
Certe volte, va detto, sembra non ci sia un grosso piano tattico dietro al suo tennis, ma semplicemente il desiderio di dare spettacolo.
Tweener (colpo in mezzo alle gambe) sul set point al Roland Garros, contro De Minaur
Questa spregiudicatezza rende difficile distinguere il confine tra divertimento e irriverenza, e Bublik è un giocatore anche piuttosto divisivo tra chi ne apprezza le stranezze e chi le critica. Oltre al servizio dal basso, un altro colpo esemplificativo del suo modo di intendere il tennis è lo smash (cioè la schiacciata sotto rete) giocato con la racchetta impugnata al contrario, cioè dalla parte delle corde, colpendo la pallina con il manico: lo ha già fatto diverse volte.
Forse non tutti sarebbero d’accordo a chiamare “smash” questo colpo col manico della racchetta
Uno dei suoi colpi più noti Bublik lo ha giocato l’anno scorso, ed è stato un colpo non valido. Durante una partita contro Ben Shelton, nel tentativo di recuperare una palla corta prima che rimbalzasse per terra per la seconda volta, Bublik ha lanciato la racchetta, riuscendo incredibilmente a colpirla e a mandarla dall’altra parte del campo. Secondo il regolamento però la racchetta deve rimanere in mano al tennista, e quindi il punto è andato a Shelton (che per primo però ha fatto capire quanto fosse eccezionale il colpo di Bublik).