Oggi i centri della Gaza Humanitarian Foundation nella Striscia non distribuiranno cibo
E le strade che li raggiungono verranno considerate dall'esercito israeliano «zone di combattimento»

Mercoledì i centri per la distribuzione di cibo della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) resteranno chiusi, e quindi non forniranno cibo nella Striscia, nemmeno nelle modalità violente e contestatissime che si sono viste negli ultimi giorni. In un breve comunicato la Ghf, che è stata creata dal governo israeliano e che è accusata di essere un ulteriore strumento per usare la fame come arma contro i palestinesi, ha giustificato la chiusura dicendo che devono essere fatti dei lavori per migliorare «l’organizzazione» e «l’efficienza» delle strutture: non ha specificato quali strutture e non ha dato altre informazioni.
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L’esercito israeliano ha detto che le strade che conducono ai centri saranno considerate «zone di combattimento» e ha chiesto ai civili di non avvicinarsi. I centri della Ghf sono tra i pochissimi che distribuiscono cibo nella Striscia: è infatti Israele che controlla i confini e decide le quantità di beni di prima necessità che possono entrare nel territorio.
Le operazioni di distribuzione, attive da circa una settimana, sono state finora estremamente caotiche, e decine di persone palestinesi sono state uccise mentre cercavano di ricevere del cibo. Martedì l’esercito israeliano ha confermato di aver sparato contro alcune persone vicino al centro di Rafah: secondo il ministero della Salute della Striscia, controllato da Hamas, i morti sono stati 27.
In teoria la sicurezza delle operazioni di distribuzione dovrebbe essere garantita da contractor statunitensi (cioè militari di compagnie private), mentre i soldati israeliani dovrebbero restare ad almeno 300 metri di distanza dalla zona di distribuzione. Secondo diversi testimoni questo non succede.