La BCE e la Commissione Europea hanno detto che la Bulgaria può adottare l’euro: per l’ufficialità però mancano ancora alcuni passaggi

Mercoledì la Banca Centrale Europea (BCE) e la Commissione Europea (l’organo esecutivo dell’Unione) hanno confermato che la Bulgaria soddisfa tutti i criteri per entrare a far parte dell’eurozona, cioè dei paesi che adottano l’euro come moneta comune. Ora l’accesso del paese verrà discusso dalle altre istituzioni europee e infine dovrà essere approvato dai ministri dell’Economia e delle Finanze degli altri paesi membri: la decisione dovrebbe essere presa in una riunione in programma per inizio luglio. Se come ci si aspetta non ci saranno opposizioni, la Bulgaria dovrebbe adottare l’euro a partire dal 1° gennaio del 2026. Sarebbe il 21esimo stato membro dell’Unione (su 27 totali) ad adottare l’euro come propria moneta.
Per valutare la possibilità di adottare l’euro le istituzioni europee richiedono a un paese di mantenere l’inflazione sotto una certa soglia, contenere il debito pubblico e avviare riforme economiche in grado di garantire stabilità al paese. La Bulgaria fa parte dell’Unione Europea dal 2007, e da allora si è impegnata ad adottare l’euro, una volta raggiunti i criteri necessari. Dal 2020 la valuta bulgara, il lev, è ancorata all’euro, cioè se per esempio sale il valore dell’euro salirà anche quello del lev, entro certi margini: la politica monetaria del paese quindi dipende in sostanza da quella della BCE. Nel marzo del 2024 inoltre il paese è entrato nell’area Schengen, la zona di libera circolazione che coinvolge la maggior parte dei paesi europei.
I bulgari però sono divisi sulla questione: secondo un sondaggio recente il 43 per cento della popolazione è favorevole ad adottare l’euro, mentre il 50 per cento è contrario, principalmente perché teme un aumento del costo della vita (come successo per esempio in Croazia nel 2023). Nell’ultimo mese ci sono state diverse proteste, anche accese, contro l’euro, alimentate anche da campagne molto attive da parte dei partiti euroscettici e filorussi. A un certo punto il presidente Rumen Radev aveva avanzato la proposta di un referendum sulla questione, respinta però dalla Corte costituzionale. La maggior parte dei parlamentari è favorevole al passaggio all’euro. Secondo chi vuole l’euro il passaggio attirerebbe maggiori investimenti stranieri.