La promozione postuma di Alfred Dreyfus
La vittima del celebre caso di antisemitismo di oltre un secolo fa in Francia ha ricevuto il grado di generale di brigata, in un momento di grandi tensioni

Lunedì l’Assemblea nazionale francese, la camera bassa del parlamento, ha votato a grande maggioranza per promuovere in maniera postuma l’ufficiale ebreo Alfred Dreyfus dal rango di capitano a quello generale di brigata. La promozione è stata decisa a 90 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1935, e più di un secolo dopo il celebre scandalo di antisemitismo di cui Dreyfus fu vittima. La legge deve ora essere approvata dal Senato, ma ci si aspetta un voto favorevole.
Il cosiddetto “affare Dreyfus” cominciò nel 1894 con la condanna ingiusta dell’ufficiale ebreo per alto tradimento, e si trasformò in un enorme dibattito sull’antisemitismo che coinvolse per anni la Francia e l’Europa, ed ebbe conseguenze piuttosto visibili ancora oggi.
Il disegno di legge per promuovere Dreyfus in maniera postuma era stato presentato il mese scorso dall’ex primo ministro Gabriel Attal, che sui social media aveva scritto: «Accusato, umiliato e condannato perché era ebreo, Alfred Dreyfus fu esonerato dall’esercito, imprigionato ed esiliato all’isola del Diavolo [un’isola nella Guyana francese usata come colonia penale, ndr]. Promuovere Alfred Dreyfus al rango di generale di brigata costituirebbe un atto di riparazione, un riconoscimento dei suoi meriti e un tributo alla sua fedeltà alla repubblica».
Questo voto, che di fatto completa la piena riabilitazione di Dreyfus, arriva in un momento in cui le pressioni su Israele per fermare la guerra e i crimini commessi nella Striscia di Gaza sono in forte aumento. La Francia è il paese che ospita al tempo stesso la più grande comunità musulmana e la più grande comunità ebraica d’Europa.
In Francia, come altrove, gli attacchi antisemiti sono aumentati: soltanto la scorsa settimana sono stati imbrattati con vernice verde due sinagoghe, un ristorante gestito da persone ebree e un memoriale della Shoah a Parigi; a Lione sono state trovate svastiche e scritte antisemite in una scuola che ha subìto un tentativo di incendio.
La politica francese sta cercando di bilanciare le tensioni, e la promozione postuma di Dreyfus potrebbe fare parte di questi tentativi. Tra le altre cose, i media francesi hanno scritto che il presidente Emmanuel Macron potrebbe decidere di introdurre Dreyfus nel Pantheon, il luogo a Parigi dove sono commemorati gli eroi della patria francesi. Questa misura – è l’ipotesi – potrebbe servire a controbilanciarne altre che sarebbero viste in maniera meno favorevole dalla comunità ebraica francese e da Israele. In particolare, secondo i giornali francesi Macron starebbe valutando la possibilità di riconoscere lo stato palestinese, una decisione che sarebbe storica.

Alfred Dreyfus nel 1907 (Adoc-photos/Corbis via Getty Images)
Alfred Dreyfus, giovane ufficiale che lavorava nello stato maggiore francese, fu arrestato nel 1894 per aver trasmesso informazioni segrete all’allora Impero tedesco. L’accusa era falsa, ma l’antisemitismo prevalente nelle forze armate e nella società francesi portarono a una sua rapida condanna e all’imprigionamento sull’isola del Diavolo. L’“affare Dreyfus”, come fu chiamato, diede inizio a uno dei più rilevanti dibattiti pubblici della storia francese ed europea.
Nel 1898 lo scrittore Émile Zola pubblicò sul giornale L’Aurore un famosissimo articolo in difesa di Dreyfus e contro l’antisemitismo in Francia intitolato “J’Accuse!”. Fu poi portato a processo e costretto a scappare a Londra.
Sempre in quegli anni, nel 1896, il giornalista e attivista ebreo Theodor Herzl, colpito dall’“affare Dreyfus”, pubblicò il saggio Lo stato ebraico, in cui invocava la creazione di uno stato per gli ebrei in Palestina. Quel saggio segnò l’inizio del sionismo moderno, cioè del movimento per la creazione di uno stato per gli ebrei, e incoraggiò migliaia di ebrei a trasferirsi in Palestina.
Nel 1899, grazie a un compromesso politico che coinvolse il governo francese, Dreyfus ottenne la grazia e fu rilasciato. Dovette aspettare però il 1906 per ottenere l’annullamento definitivo della sua condanna e il reintegro nell’esercito con il grado di capitano.