La World Boxing ha chiesto scusa a Imane Khelif per aver fatto il suo nome annunciando nuovi test genetici per atlete e atleti

Imane Khelif bacia la medaglia d'oro vinta alle Olimpiadi
La pugile algerina Imane Khelif bacia la medaglia d'oro vinta alle Olimpiadi di Parigi, il 9 agosto 2024 (AP Photo/John Locher)

Il presidente della World Boxing ha chiesto scusa alla pugile algerina Imane Khelif, vincitrice della medaglia d’oro nella categoria 66 chili di pugilato femminile alle Olimpiadi di Parigi del 2024, per il fatto che il suo nome sia stato esplicitamente menzionato nel comunicato in cui la federazione di pugilato mondiale ha annunciato che introdurrà un test obbligatorio per rilevare i cromosomi sessuali degli atleti e delle atlete per stabilire la loro idoneità alle competizioni. «La sua privacy avrebbe dovuto essere tutelata», ha scritto Boris van der Vorst in una lettera di scuse mandata alla Federazione di boxe algerina.

Durante le ultime Olimpiadi, Khelif era stata per settimane al centro di grosse polemiche mediatiche che mettevano in discussione la sua legittimità di competere nella categoria femminile. La pugile ha un aspetto che è considerato mascolino e nel 2023 era stata esclusa dai Mondiali di boxe perché i risultati di alcuni esami medici non rispettavano i criteri per l’accesso alle categorie femminili dell’International Boxing Association (IBA), la controversa associazione di riferimento del pugilato professionistico che ha estesi legami con la Russia. Non ci sono però informazioni pubbliche per dire se Khelif abbia semplicemente livelli di testosterone alti o se rientri nello spettro dell’intersessualità, la condizione di chi presenta dalla nascita caratteristiche biologiche sia maschili che femminili. Khelif era stata peraltro ammessa ai Giochi olimpici del 2024 dal Comitato olimpico internazionale, nonostante l’esclusione precedente dell’IBA.

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