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  • Mercoledì 28 maggio 2025

L’importante accordo con cui Disney+ trasmetterà la Champions League femminile in Europa

Le ragioni hanno a che fare con l'interesse crescente delle piattaforme di streaming per lo sport

Le calciatrici dell'Arsenal festeggiano la Champions League vinta di recente (David Ramos/Getty Images)
Le calciatrici dell'Arsenal festeggiano la Champions League vinta di recente (David Ramos/Getty Images)
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La settimana scorsa Disney ha annunciato che per i prossimi cinque anni la Champions League femminile di calcio sarà trasmessa in tutta Europa sulla piattaforma di streaming Disney+, senza costi aggiuntivi per le persone abbonate. La Champions League è la principale competizione europea e dall’anno prossimo cambierà formato: ci giocheranno 18 squadre invece che 16 e ci sarà una prima fase a girone unico, come avviene dalla scorsa estate per la Champions League maschile, e poi la fase a eliminazione diretta; per l’Italia giocheranno Juventus, Inter e Roma.

Tutte le 75 partite di ogni edizione si potranno vedere in diretta su Disney+ con il commento in diverse lingue; la produzione, compresa quella dei programmi pre e post-partita, sarà curata da ESPN, il principale broadcaster sportivo statunitense, che da anni è di proprietà di Disney.

L’accordo, firmato da Disney e UC3 – l’ente che gestisce la parte commerciale di UEFA (federazione calcistica europea) ed ECA (associazione europea dei club di calcio) – è a suo modo storico perché di fatto per la prima volta un torneo europeo sarà trasmesso da un’unica piattaforma in tutto il continente. Fino a quest’anno la Champions League femminile era trasmessa in Italia e in altri paesi da DAZN, che però non è presente come piattaforma in tutti i paesi dell’Europa geografica (come invece lo è Disney+) e in alcuni mostrava le partite attraverso YouTube. Non è stato comunicato, per ora, quanto abbia pagato Disney per acquistare i diritti televisivi della competizione.

UC3 ha firmato anche un accordo con EBU, la principale organizzazione degli operatori radiotelevisivi europei, per trasmettere in chiaro alcune partite in una trentina di paesi come Spagna, Francia e Germania (non in Italia). Solo in Italia a fine 2024 Disney+ aveva oltre tre milioni di utenti. «Negli ultimi anni la Champions League femminile ha registrato una crescita eccezionale, con il record di spettatori, un livello sempre più alto e un interesse globale in continuo aumento. Questi nuovi accordi non solo riflettono questo trend, ma rappresentano anche un passaggio importante per lo sviluppo del calcio femminile in Europa», ha detto Guy-Laurent Epstein, uno degli amministratori delegati di UC3.

Non è del resto nuovo l’interesse per gli eventi sportivi da parte di piattaforme abituate a trasmettere altri contenuti in streaming, soprattutto film e serie tv. Prime Video dal 2021 ha i diritti per mostrare la miglior partita della Champions League maschile del mercoledì in Italia, e dall’anno prossimo fino al 2036 trasmetterà alcune partite di basket NBA in vari paesi del mondo, tra i quali l’Italia. Netflix per il momento ha puntato più su singoli eventi che non su competizioni che durano tutto l’anno, come incontri di boxe o alcune partite di football americano, ma sembra che presto estenderà i suoi investimenti nello sport. Apple TV da qualche anno ha i diritti per far vedere il campionato di calcio statunitense, l’MLS, in tanti paesi del mondo. Disney+ trasmetteva già l’Europa League e la Conference League maschili, seconda e terza competizione europea per importanza, in Danimarca e in Svezia.

Nella sua newsletter Fubolitix, il giornalista Giovanni Armanini ha parlato diverse volte di questa tendenza. Lo scorso dicembre scriveva che «il mercato si sta muovendo sempre più verso piattaforme che non hanno i diritti tv come core business ma che guardano allo sport per consolidare posizioni dominanti, spesso favorendo il mantenimento di valori alti ma fuori mercato: mezzi (della propaganda, del potere) più che fini». Anche il caso della Champions League femminile su Disney+ sembra rientrare in questa logica, perché Disney (come Prime, o Netflix) oggi non ha come obiettivo principale trasmettere lo sport in streaming. «È evidente come Disney ritenga che lo sport possa agevolare l’aumento e la fidelizzazione dei clienti per il suo servizio di streaming», si legge sul sito specializzato SportsPro.

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