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  • Martedì 27 maggio 2025

Com’è che al Giro d’Italia si vedono così tante bandiere della Palestina

È possibile che c'entrino alcuni episodi di repressione da parte delle autorità e una squadra israeliana che partecipa alla corsa

Pisa, 20 maggio 2025 (Tim de Waele/Getty Images)
Pisa, 20 maggio 2025 (Tim de Waele/Getty Images)
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Sulle strade in cui passa il Giro d’Italia ogni giorno si vedono decine di bandiere della Palestina, sventolate dalle persone o appese ai balconi e spesso concentrate in punti strategici, come la partenza, l’arrivo o altri cruciali del percorso, in cui difficilmente sfuggono alle telecamere. Si sono viste anche diverse scritte pro-Palestina sull’asfalto, una cosa abbastanza comune alle corse ciclistiche, perché si prestano a essere inquadrate con le riprese dall’alto. Bandiere e scritte sono manifestazioni a volte spontanee e altre volte organizzate da attiviste e attivisti, con lo scopo di sostenere la popolazione palestinese.

È probabile che siano diventate sempre più partecipate in risposta a quanto successo a Putignano, in Puglia, in occasione della quarta tappa (la prima in Italia dopo le tre corse in Albania), quando la polizia ha fatto rimuovere una bandiera della Palestina da un balcone di una casa privata affacciata su una strada da cui sarebbe passata la corsa, un episodio molto ripreso da media locali e nazionali.

Nei giorni successivi in città come Matera, Napoli, Viareggio, Pisa, Modena, Vicenza si sono viste tantissime bandiere della Palestina (inferiori per numero forse solo a quelle dell’Italia), e ci sono stati altri episodi di repressione da parte delle autorità. Sabato scorso per esempio l’eurodeputata di Europa Verde Cristina Guarda ha raccontato di essere stata identificata dai Carabinieri subito dopo aver esposto la bandiera per il passaggio dei ciclisti a Lonigo, in provincia di Vicenza. Le proteste sono invece quasi sfuggite di mano a Napoli quando due persone hanno tentato con un cavo di bloccare il passaggio dei ciclisti, rischiando di farli cadere e di essere loro stessi investiti.

Le bandiere sono non solo un modo per mostrare vicinanza ai palestinesi per quanto sta succedendo a Gaza (dall’inizio delle operazioni militari di Israele, il 7 ottobre 2023, sono state uccise oltre cinquantamila persone), ma anche una protesta contro gli episodi di censura e per la presenza di una squadra israeliana al Giro d’Italia, la Israel-Premier Tech. Fondata nel 2014 e diventata World Tour (il più alto livello nel ciclismo mondiale) nel 2020, la squadra è accusata da diversi attivisti e associazioni di essere uno strumento di sportswashing del governo israeliano, che la userebbe cioè per ripulirsi l’immagine attraverso lo sport, una pratica piuttosto comune nei paesi autoritari. Nel 2018 il Giro d’Italia partì proprio da Gerusalemme.

Secondo quanto appreso dal Post, a livello televisivo non ci sarebbero censure nel mostrare la bandiera della Palestina. La produzione televisiva e la regia del Giro d’Italia sono curate direttamente da RCS (che organizza anche la corsa), che si appoggia alla società EMG per le riprese. RCS consegna il segnale, cioè le riprese della gara, ai broadcaster internazionali e italiani (in Italia il Giro è trasmesso sia dalla Rai sia da Discovery), che poi gestiscono la messa in onda integrandola con servizi, interviste. Le immagini che si vedono sulla Rai e su Discovery, quindi, a eccezione di qualche telecamera dedicata a disposizione dei broadcaster, sono quelle prodotte da RCS. Rai e Discovery hanno insomma pochissimo margine di intervento su ciò che viene mostrato.

RCS fa sapere che sul tema l’approccio editoriale dell’azienda è neutro, e che non ci sono istruzioni in merito: «Le bandiere ci sono, non vengono mostrate più del necessario, né nascoste», dice un portavoce. Stando alle informazioni raccolte parlando con alcuni addetti ai lavori, anche in Rai – che pure è stata accusata in varie occasioni di aver avuto un atteggiamento troppo favorevole a Israele – non ci sarebbero indicazioni particolari a non mostrare le bandiere della Palestina prima, durante e dopo la corsa. Le bandiere sono state anche menzionate più volte dai commentatori durante una tappa.

– Leggi anche: Dopo le prime due settimane al Giro d’Italia c’è una sorpresa

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