Le aggressioni durante la marcia annuale dei giovani nazionalisti israeliani a Gerusalemme Est
A danno delle poche persone palestinesi rimaste in giro nel corso della manifestazione, che anche quest'anno è stata violenta e razzista

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Lunedì alcune migliaia di ultranazionalisti israeliani, principalmente adolescenti, hanno marciato attraverso Gerusalemme Est, la parte della città che appartiene ai territori palestinesi occupati da Israele dal 1967: hanno cantato cori che inneggiavano «morte agli arabi» e hanno attaccato fisicamente e verbalmente le poche persone palestinesi che avevano scelto, nonostante la marcia, di tenere i loro negozi aperti. Un gruppo di manifestanti, fra cui c’era un parlamentare israeliano, ha assaltato un complesso dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi e che Israele accusa di avere legami con Hamas.
I disordini si sono svolti prima dell’inizio ufficiale della tradizionale parata per il Giorno di Gerusalemme: è una ricorrenza annuale con cui in Israele si ricorda l’occupazione della parte orientale della città da parte del proprio esercito dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, e la conseguente annessione unilaterale della città di Gerusalemme. Per tradizione, prima di iniziare la marcia i partecipanti divisi per genere attraversano due parti diverse della città, per poi ricongiungersi all’entrata della Città Vecchia.
L’anno scorso diciotto persone erano state arrestate per le aggressioni ai residenti palestinesi di Gerusalemme Est prima della marcia. Anche per questo motivo quest’anno l’amministrazione cittadina israeliana, che organizza la marcia (con un budget di 170mila euro), aveva aumentato gli agenti in servizio per controllarli.