Le comunali ad Assisi sono una gara a chi è più moderato
E gira ancora tutto intorno all'ex sindaca e ora presidente dell'Umbria, Stefania Proietti

L’impressione, ad Assisi, è che quasi non sia il 2025. Toni pacati, un confronto civile anche quando non è proprio disteso, una competizione accesa e però tutto sommato rispettosa: quella per le elezioni comunali del 25 e del 26 maggio sembra una campagna elettorale di qualche decennio fa. C’entra la biografia dei due sfidanti: i due unici candidati sono entrambi abbastanza avanti con l’età. Eolo Cicogna di centrodestra e Valter Stoppini di centrosinistra sono coetanei, classe 1955. Due settantenni dai modi garbati, pensionati da tempo: il primo, il ragioniere Cicogna, musicista amatoriale, dopo 40 anni di servizio come dirigente in banca Monte dei Paschi di Siena; l’altro, l’ispettore capo Stoppini, dopo una lunga carriera nella Polizia, al reparto celere di Roma prima e alla questura di Perugia poi.
Ma non è solo questione di profili personali. «C’entra anche lo spirito di Assisi», dice Stefano Pastorelli, ex capogruppo della Lega in Consiglio regionale dell’Umbria, ora in Forza Italia, da vent’anni attivo nella politica locale. Assisi ha 26mila abitanti, è la città di San Francesco, è chiamata spesso «città serafica», è la città dove arriva ogni anno la Marcia per la pace.
Chi fa politica qui, come Pastorelli, dice che non è solo retorica: «Se si viene qui, se si respira un po’ l’umore della città, lo si capisce. Sarà per lo spirito pragmatico di commercianti e piccoli imprenditori, sarà per l’importante presenza del clero e dei frati francescani, del Sacro Convento che domina la città», dice. «Qui un po’ tutti rifuggiamo gli scontri esasperati». Del resto, chi in passato ha promosso divisioni non ha mai ottenuto granché a livello politico, da queste parti.

Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, alla Marcia per la pace, il 10 dicembre 2023 (Mauro Scrobogna/LaPresse )
Anche per questo lo stesso Pastorelli, che pure aveva pensato a candidarsi e si era proposto («Ma era stata una cosa più che altro provocatoria», dice), alla fine ha accettato di buon grado di sostenere la candidatura di Cicogna, memore dell’esperienza del passato. «Con le spaccature nel centrodestra abbiamo già dato, e proprio ora ne stiamo venendo fuori».
Il riferimento obbligato, per chi vive qui, è al 2016. Dopo quasi vent’anni di amministrazioni di centrodestra la coalizione si presentò divisa, con quattro diversi candidati: così Stefania Proietti, che pure al primo turno non era andata oltre il 26 per cento dei consensi, ne approfittò e vinse il ballottaggio. Pastorelli dice che «l’abbiamo creata noi, Proietti». Tra le città di una provincia come quella di Perugia, storicamente di sinistra, Assisi è sempre stata probabilmente quella meno di sinistra.
In ogni caso, pur volgendo a suo favore un’iniziale debolezza dei suoi avversari, Proietti è diventata un po’ la figura centrale della vita politica di Assisi e non solo: fu confermata sindaca nel 2021 e poi lo scorso novembre da candidata della coalizione progressista vinse in modo per niente scontato le elezioni regionali contro la presidente uscente, Donatella Tesei della Lega. L’Umbria tornò così al centrosinistra. Ora è descritta come «combattuta» da chi collabora con lei nella giunta regionale: da un lato non vuole esporsi, per non venire meno alla sua funzione istituzionale super partes, dall’altro sa che questo voto è anche un giudizio su di lei e sul suo operato. Nel bene e nel male, ad Assisi è ancora di lei che si parla.
Il centrosinistra ha fatto infatti una scelta evidentemente in continuità con Proietti. Stoppini è stato il suo vice per cinque anni, poi è diventato il sindaco facente funzioni in questi mesi di transizione (lei dopo l’elezione alla regione ha dovuto lasciare l’incarico di sindaca). «Che fosse una persona che godeva di stima trasversale, lo sapevamo; che avesse anche buone capacità amministrative, e una grande dote di saper fare squadra, lo ha dimostrato sul campo», lo elogia Paolo Lupattelli, insegnante, capogruppo del PD nell’ultimo Consiglio comunale.
In realtà la scelta di Stoppini non è stata così scontata. Per qualche settimana la designata sembrava Veronica Cavallucci, pure lei assessora in carica, vicinissima a Proietti e coordinatrice di Assisi Domani, l’associazione civica dell’ex sindaca. Ha 36 anni ed è una persona energica, un po’ l’antitesi di Stoppini, che ha il doppio dei suoi anni e non è certo uomo da grandi discorsi motivazionali. È piuttosto uno che se lo chiami perché s’è fulminato il lampione nella via di casa tua, sei sicuro che il giorno dopo il lampione è riparato: questo dicono di lui. Alle amministrative del 2021 prese oltre 800 preferenze.
Alla fine ha deciso la politica: nel senso che per molti la continuità tra Proietti e Cavallucci sarebbe risultata troppo esasperata, il PD voleva ribadire la sua centralità proponendo un proprio iscritto, cioè appunto Stoppini.
Stoppini non propone rivoluzioni: offre un modello che non si sa quanto sia sostenibile nel lungo periodo, ma che negli ultimi anni ha garantito un benessere diffuso che la città non aveva mai conosciuto. Fondamentalmente è merito del turismo: papa Francesco ha dato nuovo lustro a San Francesco, e poi c’è stata la beatificazione di Carlo Acutis, sepolto per sua volontà nel cimitero locale e ora omaggiato di una devozione crescente che porta migliaia di fedeli a pregare sulla sua tomba, nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Se prima della pandemia Assisi registrava a stento un milione di presenze all’anno, ora si arriva a 1,4 milioni, quasi il 50 per cento in più.
Anche qui come altrove il centro si è spopolato, riempito ormai di case in affitto a breve termine, b&b e case vacanze: ma a lamentarsene sono in pochi.
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Infatti anche a destra non c’è grande voglia di proporre stravolgimenti o di rinnegare la fortuna di questi ultimi anni. Le critiche a Proietti vengono fatte piuttosto per il suo operato da presidente dell’Umbria, e in particolare per la manovra fiscale che ha aumentato le tasse regionali, col malcontento che ovviamente ne consegue, e che Cicogna prova ad addossare a Stoppini.
Insomma Cicogna in qualche modo ha comunque Proietti come avversaria. Nel 2021, quando esponenti del centrodestra locale lo spronarono a candidarsi, lui declinò con molta cortesia, sapendo che la riconferma di Proietti era scontata, e infatti avvenne al primo turno. Stavolta invece si è lasciato convincere.
Come per Stoppini, anche per Cicogna è praticamente impossibile trovare qualcuno che ne parli male, sul piano umano. È uno che trovava sempre mezz’ora da dedicare a chi aveva problemi con la dichiarazione dei redditi o con l’ottenimento di un mutuo, a quanto si racconta. Ed è soprattutto, come lui stesso ci tiene sempre a ricordare, un fervente cattolico, attivo con vari incarichi in più di una parrocchia del circondario, ma soprattutto in quella di Santa Maria degli Angeli, importante come poche altre, di cui è consigliere per gli affari economici.
E qui si arriva all’ultimo, ma forse decisivo, tema di campagna elettorale: gli umori del clero locale, che ad Assisi spesso risultano decisivi per orientare il voto in un senso o nell’altro. L’influenza della Chiesa è stata ciò che ha reso Assisi una città a lungo democristiana e poi moderata anche in una provincia e in una regione prima comuniste e poi di centrosinistra o di sinistra.
Anche Proietti è cautamente progressista ma piuttosto conservatrice sui temi etici: una delle ragioni del suo successo è stata proprio la capacità di avere buone relazioni col Sacro Convento di San Francesco (uno dei luoghi di culto più importanti della città) e col direttore della sua sala stampa, padre Fortunato, proprio mentre quest’ultimo diventava confidente sempre più stretto di papa Francesco, fino a essere nominato direttore della comunicazione della Basilica di San Pietro.

Padre Enzo Fortunato guida un sopralluogo nella Basilica inferiore di San Francesco, durante il restauro, nel novembre 2012 (PIETRO CROCCHIONI/ANSA)
Stando a quanto raccontano politici e giornalisti locali, su questo voto c’è grande incertezza. Molti dicono che il Sacro Convento, cioè i frati francescani, abbia simpatia per Stoppini; e che al contrario i frati che stanno a Santa Maria degli Angeli siano più legati a Cicogna, che del resto vive da sempre in quella omonima frazione di Assisi, la più popolosa. Messa in questi termini sembra più una sfida tra tifoserie, e non è così che funziona: nessuno sa davvero come si orienterà il clero, ma certamente avrà un peso. I membri del vescovado locale hanno declinato ogni richiesta di commento, così come lo stesso padre Fortunato, solitamente molto disponibile.
Alle regionali di novembre ad Assisi finì in sostanziale pareggio: Proietti ottenne 6.259 voti in città, 116 appena in più di Tesei, anche se le liste del centrodestra nel complesso andarono meglio di quelle del centrosinistra. Anche per questo, quel che i dirigenti locali di Forza Italia e di Fratelli d’Italia ripetono, invitando tutti alla mobilitazione, è che se i loro elettori andranno a votare, Cicogna ce la farà. Ma quel se, evidentemente, tradisce una certa incertezza.