Trump ha vietato all’università di Harvard di avere studenti stranieri
È l'ennesima decisione del governo statunitense contro le università del paese, accusate di fomentare violenza e antisemitismo

Giovedì la segretaria per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Kristi Noem, ha comunicato all’università di Harvard di aver revocato la certificazione del programma dell’ateneo per studenti e ricercatori stranieri.
Harvard ha sede a Boston ed è la più antica università degli Stati Uniti, oltre che una delle più prestigiose, e in questo modo l’amministrazione di Donald Trump le impedisce di iscrivere studenti provenienti da altri paesi. Quelli già iscritti ora rischiano inoltre di doversi trasferire. In seguito al divieto, Noem ha accusato sui social Harvard di aver fomentato la violenza e l’antisemitismo all’interno del campus. In risposta, venerdì l’università ha fatto causa all’amministrazione Trump.
La decisione di Noem si inserisce in una più vasta campagna dell’amministrazione di Trump contro alcune delle più prestigiose università statunitensi, accusate di non avere contrastato episodi di antisemitismo nei campus durante le proteste degli scorsi mesi contro la guerra nella Striscia di Gaza.
In particolare Harvard è stata negli ultimi mesi tra quelle maggiormente al centro delle critiche di Trump. A inizio maggio l’amministrazione aveva annunciato di avere sospeso tutte le sovvenzioni federali all’università, e ad aprile aveva già sospeso fondi per 2,2 miliardi di dollari, perché Harvard si era opposta alle sue richieste riguardo a modifiche su criteri e programmi didattici. In risposta, Harvard aveva fatto causa.
Un portavoce dell’università ha commentato l’azione del governo statunitense definendola illegale. Gli studenti internazionali ad Harvard sono circa 6.800, il 27 per cento del totale. Impedire la loro iscrizione significa anche privare l’università di un’importante fonte di finanziamento, visto che la tassa annuale supera i 59mila dollari.
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