A Gaza è iniziata la distribuzione di una parte del cibo e delle medicine che Israele stava bloccando da giorni

Le Nazioni Unite (ONU) hanno confermato che i loro magazzini hanno infine ricevuto il carico di circa 90 camion di cibo e medicinali, di cui è iniziata la distribuzione giovedì. I camion entrati tra mercoledì e giovedì sono 198. Questa settimana Israele aveva detto che avrebbe consentito alcune limitate consegne, dopo il blocco totale imposto dal 2 marzo, ma fino a ora le aveva impedite tenendo fermi i container appena oltre il varco di confine di Kerem Shalom, fra Israele e il sud della Striscia. Il Programma alimentare mondiale dell’ONU ha detto che, grazie ai carichi di farina, potrà riaprire i 19 punti di distribuzione di pane che a fine marzo era stato costretto a chiudere perché aveva esaurito le scorte (ad aprile erano terminate tutte quelle di cibo).
Il sottosegretario generale dell’ONU per gli Affari umanitari, Tom Fletcher, ha detto che persistono ritardi perché l’esercito israeliano temporeggia sulle autorizzazioni e indica percorsi inadeguati per il transito dei camion, che passano da zone non sicure. In ogni caso queste consegne sono ampiamente insufficienti di fronte all’emergenza umanitaria nella Striscia, dove durante il cessate il fuoco entravano 600 camion al giorno. Tra l’altro Israele ha vietato le consegne di carburante, necessario anche alle panetterie gestite dall’ONU, e di prodotti per l’igiene. Mercoledì il governo israeliano ha riproposto il piano per affidare la distribuzione di cibo e medicine a una sola organizzazione governativa, scelta da lui: è estremamente problematico e pensato, tra le altre cose, per ridurre di molto i punti di distribuzione e per svuotare il nord della Striscia, concentrandoli tutti a sud e costringendo quindi i palestinesi a trasferirsi lì.
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