Le indagini sulla morte della 17enne caduta da un catamarano a Venezia
Anna Chiti faceva parte dell'equipaggio, ma non è chiaro se avesse un contratto: c'è un'inchiesta per omicidio colposo sul lavoro

La procura di Venezia ha avviato un’indagine sulla morte di Anna Chiti, 17enne morta sabato dopo essere caduta da un catamarano a Venezia, durante un attracco reso complicato dal vento che c’era in quel momento. Chiti frequentava l’istituto nautico “Sebastiano Venier”: dalle informazioni disponibili sembra che facesse parte dell’equipaggio ma che fosse a bordo senza un contratto di lavoro, e le accuse al centro dell’indagine della procura sono di omicidio colposo con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Al momento non ci sono notizie di persone indagate.
L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato, nella darsena privata di Sant’Elena, dalle cui telecamere è stato ripreso con un video che al momento sta venendo esaminato dalla procura.
Il catamarano aveva a bordo un gruppo di turisti e stava rientrando da un giro in laguna: il vento ha reso l’attracco più complicato e portato il catamarano a sbattere contro la banchina. A quel punto sono successe una serie di cose su cui sono in corso accertamenti: Chiti sarebbe finita in acqua mentre teneva ancora in mano la cima del catamarano, cioè la grossa corda che serve ad attraccarlo al molo. L’imbarcazione si sarebbe spostata ancora di qualche metro, trascinando con sé Chiti sott’acqua, forse col motore sempre acceso, finché la cima si sarebbe impigliata nell’elica del catamarano e di Chiti si sarebbero perse momentaneamente le tracce.
Parte dello staff si è poi tuffato in acqua per cercarla: una volta trovato il corpo sono stati fatti vari tentativi di rianimarlo, senza successo.
Sulle indagini non si sa quasi nulla: la procura ha dato pochissimi dettagli e sono in corso accertamenti. Si sa che Chiti era a bordo del catamarano come parte dell’equipaggio, quindi per svolgere mansioni, ma non è chiaro se con un contratto di stage o senza contratto: tra le cose da chiarire ci sarà se sia stata incaricata o meno di prendere la cima per facilitare l’attracco (e se sì a che titolo, a seconda della presenza o meno di un contratto) o se sia stata una sua iniziativa per cercare di rendersi utile.
Un’altra cosa da capire è come mai il motore non è stato spento durante le difficoltà nell’attracco, come sembra sia avvenuto dalle ricostruzioni disponibili finora.
Ora sul corpo di Chiti verrà fatta un’autopsia per accertare la morte per annegamento e verificare la presenza di eventuali ferite e tagli provocati dall’elica del motore. Verranno inoltre svolte perizie per accertare se ci siano stati errori procedurali, omissioni o manovre azzardate che hanno contribuito alla morte di Chiti. Anche il catamarano, nuovo e in buone condizioni, al momento è stato sequestrato dalla procura per fare accertamenti.