Dopo oltre due mesi di blocco, Israele ha fatto entrare cinque camion di aiuti nella Striscia di Gaza: una quantità irrisoria

Lunedì Israele ha detto di aver fatto entrare nella Striscia di Gaza cinque camion di aiuti umanitari, i primi dopo oltre due mesi di blocco totale imposto dall’esercito nel territorio. L’ONU lo ha definito «uno sviluppo gradito», ma ha sottolineato che si tratta di una quantità irrisoria rispetto alle necessità della popolazione palestinese, stremata da un anno e mezzo di guerra.
Gli aiuti sono entrati nella Striscia dal varco di Kerem Shalom, al confine con la parte meridionale del territorio, e secondo il sottosegretario generale dell’ONU per gli Affari umanitari, Tom Fletcher, altri quattro camion dovrebbero entrare martedì. Durante il cessate il fuoco violato dai nuovi bombardamenti israeliani a metà marzo entravano nella Striscia circa 600 camion con cibo e altri generi di prima necessità ogni giorno.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto che l’ingresso degli aiuti sia stato deciso per via delle pressioni degli alleati del paese. I leader di Regno Unito, Canada e Francia per esempio hanno diffuso un comunicato congiunto per condannare la gestione della crisi umanitaria in corso a Gaza da parte di Israele, minacciando ritorsioni. Intanto comunque l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di Khan Yunis, sempre nel sud della Striscia, in vista di quello che hanno definito «un attacco senza precedenti». Israele aveva cominciato a espandere le operazioni militari nel territorio già negli ultimi giorni: solo tra sabato e domenica sono state uccise almeno 135 persone.
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