Israele ha iniziato un’altra grossa offensiva a Gaza
Con bombardamenti e movimenti di carri armati, nel nord e nel sud, uccidendo decine di palestinesi: potrebbe far parte del piano per occupare tutta la Striscia

Nelle giornate di giovedì e venerdì l’esercito israeliano ha aumentato l’intensità dei bombardamenti su varie zone della Striscia di Gaza e sta portando avanti anche una serie di attacchi di terra, con movimenti di carri armati e soldati. Il ministero della Salute di Gaza ha detto che ieri sono stati uccisi più di 120 palestinesi, e venerdì varie fonti locali hanno detto che ci sono decine di altri morti: almeno 108, secondo stime ufficiali del governo palestinese, ma il numero potrebbe crescere nelle prossime ore.
Il governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu ha approvato nelle scorse settimane un piano di occupazione stabile di ampie parti della Striscia di Gaza: le attuali operazioni potrebbero far parte di quel piano.
Già oggi l’esercito israeliano occupa porzioni consistenti della Striscia: il piano israeliano prevederebbe nuovi spostamenti forzati per quasi due milioni di palestinesi, che dovrebbero concentrarsi nell’area meridionale.

Una colonna di fumo nel nord della Striscia di Gaza (AP Photo/Maya Alleruzzo)
Gli attacchi di venerdì hanno riguardato varie località densamente abitate del nord della Striscia, fra cui Beit Lahia e Jabalia, e nel sud, fra Khan Yunis e Deir al Balah (compresi i sobborghi di queste due città). La televisione qatariota Al Araby ha raccontato delle difficoltà degli abitanti di Beit Lahia e Jabalia, che hanno provato a lasciare la zona degli scontri, ma non hanno trovato una via di fuga percorribile. La stessa televisione ha raccontato di un assedio in corso a una scuola di Beit Lahia: non si sa quante persone ci siano all’interno (le scuole sono spesso utilizzate come luogo di rifugio).

Carri armati israeliani al confine meridionale della Striscia di Gaza (AP Photo/Ariel Schalit)
La Protezione civile di Gaza ha detto che a causa dei forti bombardamenti e delle ormai croniche carenze di personale e di mezzi non sta riuscendo a rispondere a tutte le richieste di aiuto per recuperare persone bloccate sotto le macerie.
In tutta la Striscia di Gaza è inoltre sempre più grave l’emergenza legata alla scarsità di acqua e soprattutto di cibo: dal 2 marzo Israele non permette l’ingresso di aiuti, Nazioni Unite e ong hanno esaurito quasi completamente le scorte e per gran parte della popolazione trovare qualcosa da mangiare è sempre più difficile, se non impossibile.
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