C’è un motivo se quest’anno fate più fatica a trovare le albicocche

Sì, c'entra il cambiamento climatico

La raccolta delle albicocche
La raccolta delle albicocche (Fadel Dawod/Getty Images)
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Nelle ultime settimane i fruttivendoli e i fornitori dei supermercati stanno facendo più fatica del solito a trovare albicocche, uno dei frutti più venduti in questa stagione. Sul mercato ce ne sono molte meno rispetto agli ultimi anni a causa di un calo di produzione accusato in quasi tutti i paesi europei e in Turchia. Dopo un inizio di annata promettente, i coltivatori hanno dovuto fare i conti con gelate e grandinate che hanno danneggiato buona parte dei frutti e compromesso il raccolto.

Alla fine di aprile i produttori europei riuniti in Francia per la fiera Medfel avevano stimato un calo di produzione complessivo del 10 per cento, una previsione che si è poi rivelata fin troppo ottimistica perché nei giorni successivi ci sono state alcune perturbazioni che hanno fatto abbassare le temperature in quasi tutti i paesi europei.

Il freddo e le gelate sono molto temute in primavera perché in questa stagione le piante hanno già sviluppato organi sensibili a un abbassamento rapido delle temperature, come i fiori o i “frutticini”, cioè i frutti ancora in fase di sviluppo. Ciò che succede durante una gelata è che l’acqua contenuta all’interno dei tessuti delle piante si solidifica, deidratando le cellule e creando delle lesioni dovute all’aumento di volume (il ghiaccio ne occupa di più dell’acqua liquida).

Il gelo di per sé non è un problema per le piante abituate a passare l’inverno, ma negli ultimi anni lo è diventato perché il riscaldamento globale e in generale il cambiamento climatico stanno portando a fioriture in anticipo rispetto al passato. Le gelate primaverili arrivano nel momento in cui le piante hanno già percepito l’inizio della primavera: ciò le rende più vulnerabili e i loro fiori si danneggiano molto più spesso.

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Franco Lillo, un tecnico che segue la coltivazione di albicocche per conto di diversi coltivatori nella zona del Metaponto, in Basilicata, spiega che quest’anno in molte regioni del sud c’è stato un marzo piuttosto caldo e un aprile in cui le temperature sono scese fino a zero gradi. La pioggia non ha fatto sviluppare i frutti a sufficienza e i petali dei fiori si sono appiccicati ai frutticini. I petali tendono poi a deteriorarsi e a mantenere un’umidità eccessiva sui frutti, che quindi faticano a crescere oppure si ammalano.

Tra le altre cose i petali e la pioggia persistente impediscono ai coltivatori di fare trattamenti contro malattie e funghi. Una delle malattie più temute è la monilia, causata da un fungo. Colpisce rami, frutti e fiori, che diventano scuri e a volte vengono ricoperti da una sorta di muffa grigia.

Tra il 10 e il 12 aprile in Turchia un’ondata di freddo ha fatto scendere le temperature fino a 15 gradi sotto lo zero in molte aree del paese: è stata stimata una perdita di circa il 90 per cento del raccolto di albicocche. Non è andata meglio in Moldavia e in Grecia, in particolare nell’area di Tyrnavos dove oltre alle gelate ci sono state alcune grandinate che hanno danneggiato i frutti. La grandine è stata un problema anche in Spagna, paese meno interessato dalle gelate.

In Italia i produttori hanno stimato un calo del 20 per cento, dalle 245mila tonnellate del 2024 alle 200mila tonnellate di quest’anno, ma lo scorso anno era stato pessimo per le albicocche, per cui ci si aspettava un raccolto decisamente migliore. Il calo è dovuto in parte anche alla riduzione di superficie coltivata: a causa del rischio dovuto alle gelate molti agricoltori stanno abbandonando progressivamente la coltivazione delle albicocche, che ha troppi costi e soprattutto troppi rischi.

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