Trump ha detto che sospenderà i negoziati sull’Ucraina se non si arriva presto a un accordo
Negli ultimi due mesi sono stati fatti ben pochi passi avanti, soprattutto a causa della Russia che cerca di prendere tempo

Venerdì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che «rinuncerà» a partecipare ai negoziati per la fine della guerra in Ucraina a meno che non venga fatto un accordo in tempi «molto brevi».
La sua dichiarazione era stata anticipata dal segretario di stato Marco Rubio (l’equivalente del ministro degli Esteri), che in mattinata aveva detto che gli Stati Uniti avrebbero smesso di partecipare ai negoziati a meno di progressi nei prossimi giorni. «Non continueremo con questo sforzo per settimane e mesi. Dobbiamo stabilire ora, molto velocemente, e parlo di una questione di giorni, se è oppure no una cosa fattibile da qui a qualche settimana».
Gli Stati Uniti hanno iniziato lo scorso febbraio a discutere separatamente con Russia e Ucraina della possibilità di mettere fine alla guerra. Trump si è sempre mostrato molto più vicino alle richieste del presidente russo Vladimir Putin e ostile invece al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky: a fine febbraio un incontro alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky era stato disastroso, e in varie occasioni Trump ha aderito alla propaganda del regime russo, per esempio definendo Zelensky un «dittatore senza elezioni».
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Durante la campagna elettorale dell’anno scorso, Trump aveva promesso di far finire la guerra nelle prime 24 ore da presidente. In più di due mesi però i negoziati mediati dagli Stati Uniti non sono andati da nessuna parte, principalmente perché la Russia continua a imporre nuove condizioni irricevibili per l’Ucraina, con l’obiettivo anche di prendere tempo e approfittare di un momento favorevole nei combattimenti.
Ultimamente Trump aveva dato qualche segno di insofferenza anche nei confronti di Putin: a fine marzo aveva detto di essere «molto arrabbiato» con lui, e l’aveva accusato di non collaborare. Le dichiarazioni di Rubio vanno quindi intese come un modo per fare pressioni sulle parti coinvolte, cercare di accorciare i tempi e ottenere qualche risultato.
Rubio peraltro ne ha parlato giovedì a Parigi, al termine di una riunione a cui avevano partecipato rappresentanti dell’Ucraina e per la prima volta anche di alcuni paesi europei, che finora erano stati esclusi dai colloqui. La prossima settimana dovrebbero tenersi nuovi colloqui a Londra, e Rubio non ha confermato se una delegazione statunitense parteciperà o meno.
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