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  • Venerdì 11 aprile 2025

L’importante novità nella “yakuza” comunicata alla polizia con una lettera

C'entrano il principale gruppo della criminalità organizzata giapponese e un paese che sta cambiando

Membri della Yamaguchi-gumi si inchinano al passaggio dei loro capi, nel quartier generale di Kobe dell'organizzazione, in una foto del 2005 (EPA/FRANCK ROBICHON)
Membri della Yamaguchi-gumi si inchinano al passaggio dei loro capi, nel quartier generale di Kobe dell'organizzazione, in una foto del 2005 (EPA/FRANCK ROBICHON)
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Dopo dieci anni di conflitto violento, lunedì la Yamaguchi-gumi, la principale banda della yakuza, ha detto che smetterà di scontrarsi con la Kobe Yamaguchi-gumi, una fazione secessionista della stessa banda. La yakuza è l’insieme dei gruppi di crimine organizzato giapponesi, che basano molto del loro guadagno su attività illegali come sfruttamento della prostituzione, traffico di droghe e strozzinaggio. Alcuni rappresentanti della Yamaguchi-gumi sono andati nella sede della polizia della prefettura di Hyogo a Kobe, città dove si trova il centro principale della banda, e hanno consegnato agli agenti una lettera in cui dicono di non voler più «causare problemi» e chiedono di essere esclusi dalla lista delle “organizzazioni violente”.

La yakuza è una specie di termine “ombrello” che indica una rete di organizzazioni più piccole – a volte alleate e a volte rivali – che sono spesso sia aziende legali che associazioni a delinquere. A differenza delle organizzazioni mafiose di altri paesi, i gruppi della yakuza operano in gran parte alla luce del sole. Essere membro di una banda non è di per sé un crimine, e la polizia conosce i loro membri e le loro sedi principali, che si trovano spesso in normali palazzi di uffici. Oltre alle attività illegali i gruppi della yakuza spesso gestiscono anche in maniera legale locali e piccole imprese.

Il conflitto violento tra la Yamaguchi-gumi e la Kobe Yamaguchi-gumi, entrambe con la sede della città di Kobe ma attive anche in altre zone del Giappone, iniziò nel 2015, quando nacque il gruppo secessionista. Fu fondato da Kunio Inoue, un membro della Yamaguchi-gumi insoddisfatto della gestione interna del gruppo, che promise ai suoi seguaci una più equa spartizione dei proventi delle attività.

Fra il 2015 e il 2020 ci furono 127 casi di scontri violenti registrati dalla polizia in connessione alla faida fra i due gruppi: sono molti, considerando i bassi livelli di criminalità in Giappone. Nel 2021 gli omicidi ogni 100mila persone erano 0,3: in Italia nello stesso anno erano 0,5, e negli Stati Uniti 6,8. Nel 2020 quindi la polizia designò entrambi i gruppi come “organizzazioni violente”, applicando una serie di restrizioni molto limitanti per le attività tipiche della yakuza.

Le limitazioni includono il divieto per i membri di riunirsi in più di 5, di usare gli uffici delle organizzazioni e anche di fare affari con altre aziende. Questo significa non solo che i gruppi hanno meno opportunità economiche, ma anche che i loro affiliati (la cui identità non è segreta e anzi a volte è resa evidente dai caratteristici tatuaggi) non possono assicurare la propria macchina o fare acquisti se non tramite prestanome.

I guadagni cominciarono così a diminuire, così come le possibilità di reclutare nuovi membri. Questo diverso atteggiamento delle forze dell’ordine aveva seguito un più ampio cambiamento culturale.

La yakuza era stata a lungo tollerata dalla popolazione e dalle autorità come un male necessario per limitare i disordini e le forme di criminalità più disorganizzate e violente. I primi gruppi nacquero più di cento anni fa e le loro radici sono ancora più antiche, ma l’affermazione della yakuza nella società giapponese risale alla fine della Seconda guerra mondiale, quando il Giappone era in gran parte distrutto e stava attraversando grossi cambiamenti politici e sociali. Il suo particolare rapporto con le forze dell’ordine la rendeva comunque più gestibile e controllabile rispetto ad altre organizzazioni criminali. Poi però a un certo punto, soprattutto a partire dagli anni Duemila, i suoi metodi violenti sono diventati molto meno accettati.

Persone con tatuaggi tradizionalmente associati alla yakuza a Tokyo durante la festa shintoista Sanja Matsuri, nel 2005 (Getty Images)

I cambiamenti culturali, le maggiori restrizioni e le minori opportunità economiche offerte dalla partecipazione a un gruppo criminale hanno portato a una forte riduzione dei membri della yakuza. Negli anni Sessanta erano 184mila in tutto il Giappone: oggi sono circa un decimo, 18.800. La Yamaguchi-gumi, da decenni il gruppo più numeroso, ne aveva fino a 45mila: ora sono poco più di 3mila.

Oggi al posto dei tradizionali gruppi della yakuza si stanno affermando bande criminali molto più fluide, chiamate dalla polizia tokuryu: i loro membri sono spesso inesperti e reclutati online.

Dopo l’annuncio di voler terminare le violenze con la Kobe Yamaguchi-gumi, la Yamaguchi-gumi ha chiesto alla polizia di essere tolta dalla lista delle “organizzazioni violente”, di modo da poter riprendere le proprie attività e ricominciare a fare affari con altre aziende. Non si sa però se la Kobe Yamaguchi-gumi accetterà la fine delle ostilità o continuerà con le violenze, e non si sa ovviamente quanto sia sincera la proposta della Yamaguchi-gumi e se reggerà nel tempo.

– Ascolta anche: Viaggio a Tokyo, il podcast sul Giappone di Matteo Bordone e Flavio Parisi

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