Come cambierà la costa di Bagnoli con le bonifiche

Verrà rimosso il 20 per cento della grande piastra di scarti industriali dell’ex ILVA, che finora l’ha resa inaccessibile

La costa dell'ex area industria di Bagnoli
La costa dell'ex area industriale di Bagnoli (Ivan Romano/Getty Images)
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Dopo anni di studi e discussioni il comune di Napoli ha deciso che la grande piastra di cemento e scarti industriali costruita negli anni Sessanta come approdo per l’area industriale dell’ex ILVA di Bagnoli sarà rimossa solo per il 20 per cento, e non tutta, come previsto in origine. La bonifica della costa a nord della città, nella baia di Pozzuoli, era la questione più delicata del grande progetto di recupero dell’area industriale abbandonata da anni e che ora il comune vuole aprire alla cittadinanza creando spiagge artificiali, parchi e aree per lo sport.

Il piano definitivo è stato presentato dal sindaco Gaetano Manfredi, che è anche commissario straordinario nominato dal governo per il recupero. È coinvolto anche il governo perché il comune di Napoli non ha 1,2 miliardi di euro necessari per le bonifiche e per trasformare l’intera area.

Della bonifica di Bagnoli si parla dall’inizio degli anni Novanta, quando chiuse lo stabilimento dell’ILVA dove per oltre un secolo erano stati prodotti ghisa e acciaio. Furono stanziati 400 miliardi di lire, circa 390 milioni di euro di oggi: i lavori iniziarono, ma furono interrotti dopo pochi mesi a causa di problemi legati alla stabilità del suolo. L’ostacolo maggiore è sempre stata la bonifica della cosiddetta “colmata a mare”, la piastra di 195mila metri quadrati riempita di cemento e scarti dell’altoforno (cioè l’impianto usato per la produzione di ghisa).

La colmata venne realizzata riempiendo il tratto di mare compreso tra i due pontili a servizio dello stabilimento, tombando la costa. Al di là di qualche ricognizione commissionata per capire quanto sia inquinato quel tratto di mare, nessuno è mai intervenuto sulla colmata, nonostante sia stata rilevata la presenza di amianto, arsenico e mercurio.

Mercoledì il sindaco Manfredi ha spiegato che rimuovere tutto il cemento e gli scarti è un’operazione troppo complessa e troppo costosa, con un impatto ambientale maggiore rispetto alla rimozione di solo il 20 per cento della colmata. Si prevede di spendere tra i 20 e i 30 milioni di euro per la bonifica invece dei quasi 300 milioni stimati inizialmente solo per la sigillatura e oltre 600 per la rimozione completa.

Il piano prevede di sigillare la sezione della colmata che rimarrà sulla costa anche a protezione delle spiagge artificiali costruite sui due lati. Inoltre si pensa di costruire piattaforme da cui sarà possibile accedere al mare, sempre dalla colmata. Ci saranno spazi per stabilimenti balneari, una nuova piazza e un lungomare per le passeggiate, strutture sportive e ristoranti. Manfredi ha detto che i cantieri di quello che ha definito il «più grande intervento di bonifica a mare mai fatto in Europa» finiranno tra il 2028 e il 2029.

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