Quasi tutto il Cile è rimasto senza elettricità
Il blackout ha interessato più dell'80 per cento delle utenze: il presidente Gabriel Boric ha dichiarato lo stato d'emergenza

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Non si sa ancora con certezza cosa abbia causato il vasto blackout che c’è stato fra martedì pomeriggio e mercoledì mattina in quasi tutto il Cile. È iniziato alle 15:16, le 19:16 italiane, e nel suo momento peggiore ha lasciato senza elettricità otto milioni di utenze – case, uffici, attività commerciali – cioè più dell’80 per cento della popolazione (il Cile ha quasi 20 milioni di abitanti). Il presidente Gabriel Boric ha decretato lo stato d’emergenza dalle 22 alle 6 locali, cioè dalle 2 di notte alle 10 del mattino italiane, che ha incluso un coprifuoco: ci sono stati 107 arresti. Nella mattina cilena di mercoledì rimanevano ancora 200mila persone senza elettricità, la situazione stava tornando alla normalità. Secondo le prime ipotesi dell’azienda elettrica ISA Interchile, il blackout sarebbe stato causato dall’attivazione accidentale di un sistema di sicurezza che ha «disconnesso entrambi i circuiti principali».
Oltre alla polizia, il governo ha mobilitato 3mila soldati per ragioni di sicurezza, e diverse città, inclusa la capitale Santiago, sono rimaste al buio. Durante il blackout hanno smesso di funzionare i semafori, e hanno dato problemi anche il segnale telefonico e la rete internet. Nella capitale è stata chiusa la metropolitana, mentre l’aeroporto (il più grande del paese) ha continuato a funzionare, anche se con alcuni ritardi. Gli ospedali e gli uffici del governo sono rimasti operativi grazie ai generatori.
Il blackout è partito dalla regione di Arica e Parinacota, a nord, ed è arrivato fino a quella di Los Lagos, nel sud: ha colpito 14 delle 16 regioni del paese. Ha interessato dunque anche le zone del Cile centro-settentrionale, dove ci sono le miniere di rame del paese, che ne è il principale produttore mondiale. Reuters ha riferito che è rimasta senza elettricità anche la miniera di Escondida, la principale al mondo.
Un’altra conseguenza del blackout è stata la sospensione della terza giornata del festival musicale di Viña del Mar, un evento internazionale e uno dei principali festival dell’America Latina. Il quotidiano El País ha raccontato che, quando in alcune parti di Santiago sono tornate la luce e l’aria condizionata, si sono sentite grida di esultanza come quelle per un gol durante una partita di calcio. In questo periodo dell’anno in Cile è estate e le temperature sono sui 30 °C.
Oltre che sulle cause del blackout le autorità cilene hanno detto di voler indagare sui tempi di risposta alla crisi, considerati troppo lunghi: secondo le prime ricostruzioni sono passate quattro ore dall’interruzione della corrente a un primo parziale ripristino, un tempo notevolmente superiore a quello di un altro grande blackout, nel 2011.
La ministra dell’Interno, Carolina Tohá, ha chiarito che il blackout non è stato il risultato «di un attacco». Il presidente Boric, parlando in tv, se l’è presa con i fornitori: «Non è accettabile che una o più aziende influenzino la vita quotidiana di milioni di cileni, e per questo il dovere dello stato è far sì che ne rispondano».
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